Abbiamo un primato da sventolare e chi l’avrebbe immaginato nella Milano di Sala così attenta all’innovazione? Chi desidera dedicarsi definitivamente allo smart working prenda in considerazione le città dell’Est Europeo perché il sito BroadbandDeals ha creato un Remote Working Index per individuare fra cinquanta città del mondo le più attrezzate per il lavoro a distanza e quelle che invece sono più carenti in infrastrutture e servizi, incrociando cinque fattori: la velocità della connessione Internet, la disponibilità di posti di lavoro di questo genere e di servizi di consegna di cibo a domicilio, il costo di un portatile (nello specifico un MacBook) e il costo della vita. Milano è in posizione 49 e Roma ultima in posizione 50, punite per la carenza di offerte di lavoro in remoto, l’elevato costo della vita e del computer e una connessione Internet fra le più lente delle città della lista: peggio di Roma (16 Mbps) fanno solo Mumbai, Istanbul e Dubai. Chissà che la conversione forzata allo smart working dettata dal lockdown per il Coronavirus non possa però cambiare le nostre abitudini in questa direzione. Ma non solo una presa d’atto, ma una riflessione. La rinascita parte anche da questa situazione negativa che, se si vuole è molto green e limita il traffico. E il discorso green con l’imposizione delle ciclabili è tutto da rivedere.
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