Il timore di un licenziamento, lo spettro della povertà sono dietro l’angolo, guardando un futuro inceppato dai dubbi, perché la macchina della produzione non gira, perché tutti devono fare i conti, spesso sperare nelle promesse finora non mantenute, cercare di oliare una situazione per ricominciare. E a volte non si pensa che gli addetti ai servizi con relative famiglie sono praticamente dimenticati. Sono andati in piazza molti lavoratori senza stipendio da mesi e un buio sul futuro. Per segnalare questa «situazione molto grave» si sono mosse le lavoratrici delle mense, pulizie scolastiche e aziendali e degli appalti alberghieri. “Molte hanno terminato la copertura degli ammortizzatori sociali per l’emergenza sanitaria spiegano al Corriere i sindacati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs -. Stiamo chiedendo alle imprese la collocazione in Fis ordinario ma riceviamo la disponibilità solo da alcune». Situazione pesante, quindi per chi da quattro mesi si ritrova senza alcun reddito, «a causa dell’indisponibilità di molte imprese ad anticipare gli ammortizzatori e per i ritardi dell’Inps» Appesi all’incertezza e con le tasche vuote . C’è poi la situazione degli appalti aziendali (mense, pulizie e vigilanza) che secondo Filcams, Fisascat e Uiltucs «stanno per esaurire la cassa integrazione e non potranno accedere agli ammortizzatori ordinari perché condizione necessaria per poter utilizzare l’ammortizzatore ordinario è che anche la committente abbia attivo un ammortizzatore» E “Chiediamo alle istituzioni un intervento per evitare i licenziamenti”