Il notissimo “modello Milano” con le basi di argilla, sbandierato come soluzione vincente, erede di un’EXPO ricca di turisti, si è sbriciolato e ogni giorno dimostra quanto sia fragile un’economia basata spesso sull’improvvisazione confidando che i colossi della moda o del design suppliscano ad una programmazione solida. In un’intervista al Corriere, il segretario della CGIL milanese dichiara “Noi siamo certi che il modello vada ripensato e riformato, anche se pieno di successi, lo sviluppo milanese, l’abbiamo sempre detto, si alimentava su basi fragili. Condizioni di reddito e di lavoro troppo diseguali, differenze centro-periferia troppo ampie, la vetrina e il retrobottega, inquinamento, costo vita e casa insostenibili. Solo alcuni esempi. Siamo stati i primi a parlare di Milano a 2 velocità. E qui che bisogna agire per ridurre le distanze e le differenze di condizione di vita. Anche se non fosse arrivato il Covid. Se guardiamo al futuro semplicemente tentando di riempire bar e ristoranti commettiamo un errore. È un pensiero che ha il fiato corto.” E prospetta innovazione, dialogo, confronto, partecipazione degli interessati. Sala? Ha chiamato AMAT pagando fior di soldi e ha calato dal cielo come miracolo innovativo, le piste ciclabili, ignorando i tecnici, inaugurando piste abusive non ancora autorizzate, ha cancellato parcheggi, non ha mai pensato alle ricadute di questo disegno sbagliato. Questa è l’innovazione, Bellezza. Ma se arriva il viaggiatore sprovveduto, ritrova monopattini abbandonati sui marciapiedi: a chi dare una multa? E ancora strade talmente ristrette da non permettere l’arrivo di un’ambulanza, ingorghi e incidenti. E’ questa l’ecologia, Bellezza, Tavoli, tavolini in ogni dove, multe che arrivano perché manca la segnaletica, dehor improvvisati e a volte costosi per l’occasione e, se è vero anzi doveroso che bar e ristoranti riprendano l’attività, ma una visione di ordine nel rispetto delle categorie ci vorrebbe. L’ultimo progetto di Sala è l’illuminazione di Palazzo Marino con l’arcobaleno. L’orgoglio Gay è sceso in pizza. Erano poche centinaia, quasi tutti senza mascherina e senza distanziamento perché evidentemente fanno parte delle categorie privilegiate: Rom, Immigrati, antagonisti e tutti coloro che a vario titolo abitano in un centro sociale. Oggi è questo il “modello” Milano.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano