L’aria sembra frizzante, almeno un po’, dopo il periodo del buio. Ma le novità di questi giorni confermano che la città sta tornando alla vita, alle abitudini consuete: ma sì ce la faremo. Hanno liberato gli anziani da un isolamento opprimente, hanno permesso che andassero al bar per il caffè e la brioche, sono comparse le carte per giocare e i giornali aspettano i clienti. Un quotidiano che ha un ritmo modulato, fa rivivere la cosiddetta socialità, restituisce il buonumore. E ci si sente in pista per nuovi viaggi di chiacchierate. Rispettando le regole naturalmente. E quella voglia di prolungare il passato è indubbiamente un’iniezione di fiducia. Per tutta la città, che dalla moda ricava una pesante rilevanza d’affari.
Nel secondo giorno della Milano Digital Fashion Week il calendario riserva la grande emozione di due sfilate dal vivo, quella di Etro di primo mattino nel giardino del Four Seasons e nel tardo pomeriggio quella di Dolce e Gabbana nel Campus dell’Humanitas. Non è un avvenimento di poco conto, è un acuto di bellezza, di gioia. “«La sfilata in digitale è triste. Sei tu con la telecamera, in una dimensione di solitudine che non si addice alla moda. La moda è gioia e dunque viva le sfilate, rito irrinunciabile». Dice Etro che ha fatto accompagnare la sfilata dalle musiche di Morricone. Dolce & Gabbana osservano “La moda entra in ospedale per la prima volta e tutto lo staff e i modelli hanno lavorato per beneficenza. Bisogna creare una coscienza nuova nei giovani, la bellezza deve essere anche coscienza». Avvenimenti positivi, da preservare per il coraggio e la buona fede. Naturalmente il timore che nuovi focolai interrompano la rinnovata buona volontà c’è. E purtroppo gli sbarchi incontrollati, i positivi verificati tra i migranti, la politica dissennata di questo governo fanno paura.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano