Laura Castelli viceministra M5S ha espresso una considerazione davvero infelice e ingiusta nei confronti dei ristoratori – “I ristoranti? Chiudano”, “Pochi clienti, trovino un altro lavoro”, “Non hanno più clienti? Allora cambino mestiere”, “Siete in crisi? Cambiate lavoro”.
Con una lettera aperta rispondono 50mila ristoratori italiani al Viceministro all’Economia. “Siamo diventati intolleranti a questi scivoloni televisivi che mettono alla gogna mediatica un intero comparto. Ci hanno dato dei pigri, dei rivoluzionari, multati e adesso anche degli incapaci. Tutti questi appellativi non appartengono alla nostra categoria che rappresenta un importante colonna economica italiana ( 13% del Pil)” scandiscono ancora nella lettera.
Nella lettera aperta alla Viceministro Laura Castelli i ristoratori, tra cui c’è anche Gianfranco Vissani, sottolineano che “i ristoratori non hanno mai chiesto clienti al governo, hanno chiesto sostenibilità per le riaperture. Molte attività, hanno riaperto con la consapevolezza di ricominciare in una situazione emergenziale, dove gli incassi non coprono i costi”. “Con il coraggio e lo spirito di sacrificio che sempre contraddistingue la nostra categoria -evidenziano- abbiano scelto di voler continuare a regalare una serranda alzata in città, di voler essere vicini ai nostri collaboratori, per sopperire ad uno stato che ha lascito nell’incertezza centinaia di migliaia di lavoratori del settore. Nonostante tutto troviamo la positività e la dignità di non mollare e tentare di preservare occupazione e conservare la tradizione enogastronomica, elemento trainante del Made in Italy”
“Abbiamo chiesto aiuti concreti e sufficienti a salvaguardare le nostre attività, disposti a farci carico di ulteriori indebitamenti non voluti e non previsti che toglieranno altri anni nostra volontà di crescita, sviluppo ed innovazione. Ci siamo solo ritrovati con un pacchetto di promesse su promesse ancora non mantenute. A tutto ciò cosa si aggiunge l’incapacità della comunicazione politica. Mai ci saremmo aspettati una dichiarazione del vice ministro Castelli totalmente fuori focus” scandiscono ancora i firmatari della lettera Gianfranco Vissani con Treviso Imprese Unite, Ristoratori Milanesi, Associazione ristoratori valle Camonica e Associazione pubblici esercizi alta valle Camonica, Associazione ristoratori Gussago Franciacorta, Associazione Palazzolese Enogastronomica, Movimento impresa Lombardia Liguria Riparte, Ristoratori Emilia Romagna, Ristoratori Toscana, Futuro Ho.re.ca Pisa, RistorItalia, Horeca Ciociaria, Associazione Commercianti per Salerno, Movimento Impresa Puglia, Aios , ARTHoB.
“Da quando è cominciata l’era dell’impresa 4.0 avete propinato alle aziende digitalizzazione, robotica, e-commerce, app tecnologiche, ecologia, monopattini, delivery e tanto altro, ma nulla di tutto questo -argomentano i 50mila ristoratori- rappresenta l’essenza dei principi fondamentali della ristorazione fatto di ospitalità, accoglienza e relazione. Ci volete vedere mangiare tutti davanti al Pc in smartworkig? Così siete liberi di ingabbiarci a casa e negli uffici e lasciare le città in balia del degrado e delle attività clandestine”.
“Senza lavoratori, senza studenti, senza turisti migliaia di alberghi, musei e pubblici esercizi a breve abbasseranno le proprie serrande per non rialzarle più. La politica non è show ma ha la responsabilità di dire cose giuste, nel modo giusto e con le parole giuste. Gli chef ed i ristoratori, dopo gli artisti sono la categoria più creativa che ci sia” affermano i 50mila ristoratori nella lettera aperta lla Viceministro del Mef.
“Caro ministro Castelli – aggiungono- non abbiamo bisogno di aiuti per cambiare modo di fare le nostre attività. Non si risolve il problema invitando aziende non convertibili a convertirsi in altro. Non sforzatevi ad analizzare il mercato che cambia nella domanda ed offerta, lo sappiamo fare bene anche noi. In questo momento non abbiamo bisogno di sentirci dire nulla di tutto questo, abbiamo bisogno che turismo e mobilità torni a vivere nelle nostre vie. Abbiamo bisogno che portiate a termine le vostre promesse poi parleremo se vorrete della Ristorazione 4.0” concludono secchi i ristoratori. (fonte Adnkronos)
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