Piove, governo ladro. E se piove un po’ troppo ed un po’ troppo forte al 73 di via Rizzoli l’ascensore si bagna. Questo perché l’esterno delle case popolari necessita di un intervento importante. Che chiuda le ferite del tempo e stiri le rughe di stanchezza. Intervento che non si chiede nemmeno più. Gli inquilini sanno che sarebbe inutile. Ma, finora, l’ascensore come si era bagnato, si era pure asciugato. Al massimo un giorno di sospensione e poi via marciare.
“Delle due l’una: o ci hanno messo in pericolo per anni o ci stanno prendendo in giro adesso” dichiara inferocita un’inquilina che sta contando le bottiglie d’acqua che le rimangono. “Dopo l’ultima bomba d’acqua hanno fermato per otto giorni l’ascensore per ragioni di precauzione. Non c’è un guasto segnalato o un pericolo concreto. Devono solo uscire per controllarlo. E finché non succederà ce la dobbiamo fare a piedi. Solo che chi sta ai piani alti come fa con la spesa? Chi è anziano e non può fare le scale? Ma soprattutto cosa ci vuole ad uscire?”.
Una ipotesi ci sarebbe, in effetti. La avanza Luca Rampazzo di Forza Italia che sta studiando il fenomeno anche altrove a Milano:
“Come abbiamo visto ieri in zona Forze Armate, MM ha problemi di budget. In particolare nel comparto ascensori. Questo sta causando una serie di ritardi a catena, evidentemente. Accetto smentite, anzi spero che le avrò, ma qui siamo di fronte ad un problema serio: stiamo per affrontare due giorni di forti piogge. Non si può continuare a prolungare, di otto giorni in otto giorni, il blocco dell’ascensore. Dopotutto capisco le ambizioni di Sala, ma non è Conte e questo non è lo Stato di Emergenza Covid.
Quello che servirebbe è concentrare le spese sulle cose utili. Il comune sta continuando a ristrutturare case. Opera certamente meritoria, ma che trascura importanti opere di straordinaria amministrazione. Forse sarebbe il caso di imporre una moratoria sui nuovi ingressi e concentrarsi sul mettere in sicurezza l’esistente. Con l’obiettivo di uscire dall’emergenza costante e di entrare in un ciclo virtuoso di lavori preventivi.
Sottinteso, ovviamente, che se MM non è capace di farlo, dovrebbe ripassare la mano ad Aler. La separazione è stato un affare tutto sommato azzardato. Se non ci sono soluzioni migliori, prendiamone atto e chiudiamo una parantesi ideologica, il cui unico risultato sono stati qualche sgombero, un sacco di lavori non fatti e piogge di richieste di denaro. Non dovuto, nella maggior parte dei casi”.