Il termine “civile” è per molte persone un modo di agire. Nel contesto del proprio territorio, chi si professa “civile”, ha cura dell’ambente che lo circonda.
Di fatto poi, quello che si vede in giro palesa che a mettere in pratica ciò che professa, cioè essere “civile”, sono i soliti che del senso civico hanno fatto una forma di rispetto.
Quello che ci resta, è aspettare che gli addetti a tenere la città pulita, adempiano al loro lavoro. O così dovrebbe essere. Si, ma se è chiaro che ci sono giorni specifici per pulire i marciapiedi, che tutti i giorni, e in alcune zone anche più volte al giorno, devono essere svuotati i cestini, viene da chiedersi: ma allora perché ciò non avviene?
Al vaglio oggi c’è un quartiere di Città Studi, zona spesso da me battuta.
Già in passato si sono fatte miriadi di segnalazioni con magri risultati.
Tra queste, la segnalazione di cestini di fronte agli asili dei bambini di via Reni dove i residenti buttavano sacchetti con la spazzatura di casa. Restavano lì per giorni, ma il GPS dei furgoncini segnalava ad AMSA che l’operatore di lì era passato. Quindi “era impossibile che fosse pieno per giorni”. Nemmeno le foto riuscivano a convincerli. Fino a che, dopo l’ennesima segnalazione, è uscito un responsabile. Soluzione? Spostare il cestino di cento metri.
Un’altra segnalazione è per il parchetto di Piazza Ferravilla. Cartoni di pizza, bottiglie di birra, spazzatura domestica di ogni genere traboccavano dai cestini vicino alle panchine per giorni e giorni. Soluzione? Togliere i cestini e spostarli ancora più lontano così che adesso i residui dei vari bivacchi li troviamo direttamente per terra, vicino e sotto le panchine.
Poi ci sono i marciapiedi. Giorni di pulizia venerdì e sabato; la cosa mi fa sorridere perché se li pulissero almeno in uno dei due, già sarebbe un passo avanti. Perché per passare passano, ma che si ricordino cosa vuol dire spazzare un marciapiede, beh questa è un’altra storia.
L’odissea non è recente e anche qui le segnalazioni sono infinite. Così che un giorno mi viene da chiedere direttamente all’operatore PERCHE’ non puliscono in modo particolare un tratto di marciapiede (nelle foto), purtroppo oggetto di attenzione di certi zozzoni, ma mi risponde che non aveva il soffione. Al che gli ricordo che prima dei soffioni si usavano le scope. Ho rimediato solo un bel “vaff…lo”. Chiamo il servizio clienti per segnalare nell’immediato e, a parte il personaggio che ha risposto più interessato al mio tono di voce che alla segnalazione stessa, l’operatore del “vaffaday” (forse un seguace di Grillo, chi può saperlo!) tira fuori il soffiatore e passa il marciapiede incriminato. “Che bello, la questione è finalmente risolta”. O meglio, questo è il finale che avrei voluto scrivere e invece no. Da allora il marciapiede è stato puntualmente tralasciato. Due passaggi alla settimana (sempre uno dietro l’altro), furgoncino con spazzole che tira su più polvere di quella che aspira ma niente… il marciapiede, se lo si vuole pulito, devi armarti tu di scopa. Però occhio, la tappa al bar quella no!! Quella non si tocca!!!
Sono seguite altre segnalazioni per lo stesso motivo e si deve ammettere che almeno chi risponde alle mail, riserva ancora un po’ di cortesia a chi deve subire tali disservizi.
La rieducazione di alcuni incivili non compete certo ad AMSA. E se un cittadino fa notare ad un altro che sta sporcando, rischia pure di prenderle. E allora che fare?
Quali mezzi rimangono ai cittadini? Il tempo delle persone vale veramente così poco? Possibile che bisogna segnalare/ sollecitare anche quello che di fatto è un servizio programmato?
Gabriella Baio
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Forse si dovrebbe cominciare a depositare rifiuti, sversare liquami, gettare mozziconi, rompere bottiglie, portare a passeggio i fedeli amici dell’uomo e parcheggiare le auto sul marciapiede direttamente davanti a casa del sindaco affinchè il problema venga perlomeno percepito a livello istituzionale.