Aveva cent’anni, aveva guardato un secolo con l’acutezza dell’ironia e dell’intelligenza, aveva spogliato le inutili sovrastrutture della supponenza per restituirci un’umanità con pregi e difetti. Sì, un’umanità molto umana, in cui riconoscere il vicino di casa, l’amico, se stessi. La Franca, cioè Franca Valeri non c’è più.
Ma la Franca era di Milano, interprete magistrale di personaggi universali, perché universale era la sua capacità di sentire, di caratterizzare, con una vis comica unica nel panorama attorale. Il teatro era la sua casa, il luogo dove la sua geniale scrittura coinvolgeva un pubblico sempre sorpreso dalle sue battute tranchants. Speciale il sodalizio professionale con Alberto Sordi. Indimenticabili le loro interpretazioni nel film Il Vedovo (1959) di Dino Risi, pellicola in cui l’attore romano veniva apostrofato col celebre “cretinetti”. Su quell’espressione, entrata nell’immaginario (e nell’uso) collettivo, il Corriere ricordava come l’attrice avesse raccontato: “Buffa. Mi venne spontanea. Piacque a Dino Risi e rimase in copione”.
Elegante ed efficace, contava l’essenza caratteriale, i vizi, i birignao di chi voleva interpretare. La Franca era eccezionale nella sua arte. Una comicità inimitabile “Mi resterà dentro per sempre”, dichiara l’attrice Adriana Asti all’Huff. Post avvolta dall’emozione. “Quando entrava lei in scena era come se il mondo si fermasse per un istante: un istante necessario per farci riflettere e per ricominciare a vivere subito dopo, con tutti i nostri pregi e difetti. È stata quasi tutte le donne, come qualcuno l’ha definita, e non è mai stata nemica degli uomini. Li amava moltissimo e ne era ricambiata. Era una donna dai grandi sentimenti, sì era proprio così”.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano