Abbiamo un problema in casa e non se n’erano accorti.
Abbiamo un problema in casa che va risolto.
È quello che ho pensato quando, lo scorso 12 agosto, ho appreso dell’aggressione in Duomo ai danni di una guardia giurata, presa in ostaggio da un uomo in pieno giorno e minacciata con un coltello alla gola.
Per chi, come me, ha deciso di trasferirsi a Milano per cogliere le infinite possibilità che offre, questa città è casa, e il Duomo è la sua stanza più bella, luogo di sacralità e magnificenza.
In quell’aggressione non è stata colpita solo la guardia giurata, sono state colpite le nostre certezze, la sicurezza di poter andare in giro per casa nostra senza pensieri, con l’unico desiderio di riempirci gli occhi di bellezza.
Un episodio di violenza domestica ci fa sembrare le mura più fragili, il nostro nido cessa di essere accogliente e diventa freddo e inquietante.
Abbiamo un problema in casa e potevano accorgersene.
Il centro di Milano non è più sicuro.
Gli episodi di violenza diventano sempre più frequenti, le strade che fino ad ora consideravamo sicure sono sempre più spesso teatro di aggressioni. Si aggiunge, così, alla già critica situazione delle periferie, una crescente preoccupazione per la mancata sicurezza in zone quali Largo La Foppa, Via Palermo, Parco Sempione, Porta Venezia, Porta Ticinese, e da ultimo persino Duomo.
Abbiamo un problema in casa e dovevano accorgersene.
Le politiche integrazioniste a tutti i costi hanno fallito, e Sala preferisce villeggiare in compagnia del suo caro omonimo Grillo piuttosto che rendere sicuro e agevole il salotto della sua casa, della nostra casa. Nelle sue politiche fatte di proclami, di progetti per una Milano 2.0, ha totalmente dimenticato di occuparsi della sicurezza dei suoi cittadini.
Poco importa se una passeggiata è accompagnata da ansia e preoccupazione, poco importa se non è più sicuro neanche pregare senza rischiare di essere aggrediti.
L’aggressione in Duomo denota un’enorme falla nella sicurezza, un problema di una gravità inaudita. Se l’Amministrazione Sala non è in grado di tutelare neanche il Duomo, dove arriveremo?
Abbiamo un problema in casa, dobbiamo fare in modo che si risolva.
Tutelare maggiormente le nostre forze dell’ordine sarebbe un passo avanti, per metterle in condizione di agire a nostra difesa senza la paura di dover subire infiniti procedimenti.
Con questo non voglio sottintendere che una sparatoria sarebbe stata preferibile; le guardie, per quanto possibile, hanno agito al loro meglio, e una sparatoria dentro o davanti al Duomo sarebbe stata dissacrante. Preso atto della situazione, sarebbe necessario migliorare le misure di sicurezza di accesso in Duomo, e chiedersi innanzitutto come è stato possibile che l’aggressore sia entrato. Cosa è andato storto?
Bisogna far sentire la gente al sicuro a casa propria.
Nessuna forma di novità tecnologica o green policy sono utili se la gente non sta bene. Sala ne è cosciente? Non saprei. Forse, dalla sua poltrona rossa e dai tetti del Duomo tutto sembra più bello, ma che abbia una visione distorta e colorata della realtà già lo sapevamo, speriamo che si preoccupi (ancora per poco) della sicurezza dei milanesi, e non solo della sua tintarella e di improponibili alleanze.
Vincenzo Piazza
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845