Sono cronache che si ripetono con una frequenza che dovrebbe preoccupare le famiglie, la scuola, la struttura dell’intera società per quel lato oscuro di disagio che tanti ragazzi provano in modo acuto. E le baby gang diventano il comune denominatore di tante città italiane: spesso minorenni, con la forza del branco, con un’autonomia di agire che denuncia l’apparente, spero, abbandono degli adulti. Notifica Libero “Sulla Darsena la situazione è diventata insostenibile e sempre più rischiosa. Vandalismo, risse e aggressioni. Protagonisti di questo “lato oscuro” della movida milanese sono i ragazzini spesso stranieri e minorenni appartenenti alle cosiddette baby gang, che non perdono occasione per commettere atti di violenza e inciviltà.”
Chi protegge la sicurezza dei commercianti e delle persone ospiti? Sala si segnala per l’assenza di un piano di contrasto efficace. Gli operatori devono assumere guardie privatamente, ma il clima per eventuali rapine e violenze rimane. Gani (Lega) ha dichiarato a Libero «i gestori dei locali e i residenti sono completamente abbandonati dall’amministrazione Sala. Ci vuole un cambio di passo che riporti ordine e sicurezza per tutelare i commercianti e le tante brave persone che vogliono divertirsi in tranquillità e nel rispetto delle regole».
La piaga delle baby gang è nota. A gennaio tre ragazzi sono stati arrestati dalla Polizia di Stato a Milano perché ritenuti gli autori di alcune rapine a loro coetanei. Gli arresti sono arrivati dopo le dettagliate denunce da parte delle vittime e dei rispettivi genitori, tra analisi dei tabulati telefonici e dei profili social dei tre e graze ai filmati delle telecamere di videosorveglianza e ai pedinamenti. I tre risultano avere avuto contatti con un’altra banda di minori, arrestata un anno fa, che operava con le stesse modalità. Ma molte altre zone potrebbero raccontare episodi simili. Se il disagio giovanile può creare “delinquenti” così, qualcosa occorre pur fare.