Una sfida all’ultimo panettone
In attesa che qualcuno trovi il tempo, nel centrodestra, per decidere chi sarà il nostro candidato sindaco stiamo raccogliendo le voci del territorio. Cosa chiedono i cittadini? Di cosa ha bisogno la città? Oggi parliamo con il sempre attento consigliere del Municipio 7 Franco Vassallo della posta in gioco delle prossime elezioni:
“Partiamo da un’idea che ognuno di noi deve avere ben chiara: sarà una battaglia all’ultimo panettone. Nel senso che, o a dicembre il buon Beppe mangia l’ultimo panettone da Sindaco, o quello sarà l’ultimo panettone dei Milanesi. La questione è tutta qua: il modello economico della sinistra è crollato su se stesso.
La Milano della finanza, delle start up e del turismo non regge più il suo peso. Una città è, per alcuni aspetti, come un edificio. Le fondamenta sono costituite dalle attività al dettaglio e dalla gente che vive la città ed in città. L’afflusso di turisti, aziende di servizi e capitali da investire in attività innovative ha fatto salire i prezzi, strangolato il commercio di prossimità e facendo diffondere soprattutto bar e ristoranti.
Le recenti vicende sanitarie hanno tolto il turismo, ridotto la presenza fisica dei lavoratori (molti tornati addirittura al sud per approfittare dello smart working) e lasciato i prezzi immobiliare praticamente invariati. Il mattone è lento ad adattarsi. Quindi Milano, lentamente, si sta svuotando. Prima dai pendolari dei servizi e dei turisti. Poi dai cittadini del Sud. Infine dalle attività economiche che supportavano il lavoro nell’isola di futuro che era la cerchia dei navigli.
Il risultato è che, anche se i numeri non lo mostreranno ancora per qualche mese, la città sta morendo. E sta morendo non perché manchino i talenti, le risorse o i soldi. Sta morendo perché il Sindaco e la Giunta fanno gli struzzi. Stanno scommettendo che l’emergenza passerà da sola e tornerà tutto come prima. Questo atteggiamento è immorale, pericoloso e assurdo. Fosse anche, non ci siamo accorti che non possiamo essere quella Disneyland di cartapesta che tanto esaltavano i frequentatori di apericena vegani? Di che altro abbiamo bisogno per capire?
Milano deve tornare a crescere dall’unico settore che ha retto: le periferie. Dove siamo tutti più concreti e non ci siamo fatti prendere dallo sconforto. Qui si può tornare a produrre: abbiamo gli spazi, abbiamo le forze ed abbiamo la creatività per farcela. E siccome Sala lo sa, sta cercando di distruggere tutto quello che ci resta. Le zone 30 all’ora, le moschee itineranti, le piste ciclabili inutili e distruttive servono a questo. A spostare il disastro dei navigli sul Lambro e sulla Martesana, a San Siro e a Corvetto.
Per questo, cari Milanesi, quando comprerete il panettone non dimenticatelo: il vostro voto deciderà se ne mangerete ancora un altro!”

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.