Dove è l’anima di Milano in questa viabilità ideologica e senza senso?

Milano

Il cittadino de tuti i dì, quello che conosce il quartiere come le sue tasche, quello che ha visto evolversi la città, non può stare zitto e scrive una lettera al Corriere lamentando tra le altre cose alcune criticità: “al punto 2 la ciclabile di viale Monza e oltre, che creerà incidenti a raffica, camere a gas per il traffico oltre a togliere parcheggi; 3) lo scandaloso abbandono dei marciapiedi sempre più squinternati, sempre più in esclusiva per beceri «monopattinari» e «biciclettari», conditi da tonnellate di sterco canino che gli incivili non raccolgono e, se sì, lasciano l’impronta, perché non si muniscono mai e poi mai di regolare bottiglietta d’acqua. Ci sarebbero altri diecimila motivi per lamentarsi di questa sciatteria, ma lasciamo perdere, per ora. (Umberto Bartolini)

Per esemplificare la viabilità pazzesca introdotta da Sala e compagnia. Fa eco a questa denuncia di Pietro Senaldi su Libero “Tutti i provvedimenti presi dalla giunta Sala per combattere il traffico hanno avuto l’effetto di aumentarlo. Milano è sempre stata una città che, salvo giornate eccezionali, si poteva attraversare in automobile senza rischiare una crisi di nervi. Ora sembra il Cairo: macchine in fila indiana, code interminabili, biciclette e monopattini che ti si parano davanti in controsenso; ormai è diventato più facile guidare per le vie di Roma. La colpa di tutto questo è del sindaco e della maggioranza.” E Sala crede di competere con questa mobilità a livello internazionale con il cinismo di un’ideologia che annienta le esigenze legittime dei milanesi.

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