Pare proprio deciso, il sottopasso automobilistico tra via Ferri e viale Fulvio Testi si farà. La politica, a quasi 30 anni dai primi progetti e dalle prime promesse elettorali, sembra che metterà a bilancio i soldi necessari a realizzare la “desemaforizzazione” di questo importante tratto dell’asse di collegamento tra Milano e la Valtellina.
La Commissione Infrastrutture del Senato lo scorso venerdì ha approvato un emendamento del senatore Alessandra Riccardi, di Cinisello, che dai 5 Stelle è recentemente passata alla Lega, che prevede lo stanziamento di un milione di euro necessario per lo studio di fattibilità del progetto. Si parla di trasformare l’attuale incrocio semaforico portando le strade su due diversi livelli. L’ipotesi più probabile è quella che vedrebbe viale Fulvio Testi scorrere su un livello sotterraneo e a viabilità locale in un cavalcavia a raso, però il progetto finale potrebbe prevedere altre ipotesi.
Questo permetterebbe di evitare le lunghissime code che ogni mattina si formano in direzione Milano, con tutto lo smog che questo comporta. Ci sarebbe un grosso miglioramento anche per il traffico in uscita dalla città, molto intenso nelle ore serali.
Il sindaco Giacomo Ghilardi ha lavorato al progetto fin dal suo insediamento, e, come riferisce il Giorno, all’indomani dell’assegnazione delle Olimpiadi a Milano e Cortina, ha spiegato «Abbiamo sempre ritenuto prioritaria quest’opera, per questo abbiamo lavorato accanto al senatore Riccardi per supportarla ho scritto al sindaco della Città metropolitana Beppe Sala ricordandogli quanto strategico è questo intervento per collegare Milano alle piste della Valtellina e all’autostrada. Nei giorni scorsi ho consegnato al presidente Fontana un dossier completo che spiega l’importanza di quell’opera, sia per migliorare la viabilità che per ridurre l’incidentalità e l’inquinamento di quel tratto. Il presidente si è dimostrato sensibile».
Oltre alla cifra stanziata mancano ancora all’appello circa 100 milioni di euro e viene spontaneo pensare che, se veramente la politica vuol risolvere questo annoso problema, la scelta più semplice sarebbe quello di inserire l’opera nell’elenco di quelle da realizzare per le Olimpiadi.
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