Dobbiamo ragionare su come siamo arrivati a queste proteste e da dove arriva questa frattura sociale, arriva dal fatto che gli italiani ritengono di aver fatto un grosso sacrificio e di aver dato una grande dimostrazione di senso civico, ma questo senso civico è stato rovinato dagli errori e dai ritardi di Governo e Regioni. Quindi ora gli italiani si trovano impauriti e sconcertati. Il vero problema è che gli italiani quello che dovevano fare l’hanno fatto, mentre gli errori e i ritardi degli altri si ripercuotono su di loro”. Lo ha detto a Sky TG24 Economia il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “Sapevamo che sarebbe arrivata una seconda ondata – ha aggiunto -, ma il Governo si è mosso con molto ritardo e ha commesso degli errori. Su sanità, trasporto pubblico e scuola sono evidenti i ritardi”.
“Gli italiani non capiscono più la direzione del Paese e non sono più disposti ad accettare determinati sacrifici se non viene fatta un’operazione verità e se non gli viene raccontato cosa sta succedendo e quali sono i passi che faremo in base alle situazioni che troveremo. Servono decisioni serie, rapide e condivise e io non le vedo” ha proseguito il presidente di Confindustria “La politica dà la sensazione di pensare più a un dividendo elettorale e a una sopravvivenza politica che al bene del Paese. Dobbiamo scegliere se abbiamo dei politici o degli statisti”.
Bonomi, rispondendo poi ad una domanda sulla ‘fiducia nel Governo’“, ha dichiarato “Devo dire che è il mio Governo, giusto o sbagliato che sia. Farò tutto il possibile per dare un contributo, però vedo un Governo che non ascolta e prende decisioni unilaterali. Se le scelte non sono condivise possiamo mettere tutti i miliardi che vogliamo ma non si scaricheranno nell’economia, non diventeranno domanda e consumo, la dimostrazione è stata in questi mesi in cui tutti i decreti emergenziali si sono tradotti in risparmio e non in consumi, perché la gente non si fida”.
“Noi sappiamo che nel 2021 avremo una serie di difficoltà. Non è pensabile che il blocco dei licenziamenti prosegua all’infinito. Se tutti diciamo che per rientrare al periodo pre-covid ci vorranno almeno due anni. Sosteniamo i lavoratori per due anni. Ci sono strumenti che già esistevano come la mobilità, mettiamo una serie di fondi di formazione per riformare i dipendenti, e dà lì ripartiamo. Con politiche attive del lavoro e non sostegni all’infinito che non garantiscono nessuno, sviliscono le persone e creano magari sacche di lavoro nero. Non è quella la strada” – ha concluso Carlo Bonomi.
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