Sono stati 3.730 i nuovi casi risultati positivi al coronavirus ieri nella provincia di Milano, di cui 1.553 a Milano città.
I nuovi casi in Lombardia sono stati 8.919 (di cui 421 ‘debolmente positivi’ e 70 a seguito di test sierologico), a fronte di 46.781 tamponi effettuati per un rapporto del 19%. Si sono registrati 73 nuovi decessi.
I nuovi guariti/dimessi da venerdì sono stati 2.064, mentre le persone in terapia intensiva sono 392, 22 in più di venerdì. Sono 4.033 i pazienti attualmente ricoverati non in terapia intensiva, (+335).
Da inizio pandemia sono stati eseguiti 2.944.616 tamponi.
“Da lunedì i tamponi rapidi antigenici inizieranno ad essere utilizzati dalle ATS e ASST della Lombardia in determinati ambienti pubblici e successivamente, grazie ad una delibera che sarà presentata in Giunta martedì 3 novembre, saranno forniti a medici e pediatri di famiglia che daranno la disponibilità. Queste tipologie di test consentono una rapida definizione dell’esito e sono quindi molto importanti per l’individuazione dei possibili casi Covid in diversi ambiti”. Lo annuncia il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, a seguito della riunione con tutte le direzioni strategiche delle ATS e delle ASST della Lombardia avvenuta ieri. L’utilizzo dei test antigenici rapidi sarà disciplinato attraverso un apposito provvedimento iscritto all’ordine del giorno della prossima Giunta regionale. “I tamponi antigenici rapidi – spiega l’assessore al Welfare Giulio Gallera – saranno resi disponibili per medici e pediatri di famiglia, per le USCA che effettuano test a domicilio su indicazione del medico, o in determinate collettività, nel settore scolastico, nelle unità d’offerta residenziali e semiresidenziali, nei Pronto Soccorso, negli istituti penitenziari per una rapida definizione dei casi positivi e dei contatti stretti”. I test antigenici intercettano specifiche porzioni proteiche presenti sulla superficie virale del Sars-Cov-2. “Viene disciplinato l’utilizzo del tampone antigenico – aggiunge Gallera – anche al di fuori dei percorsi di sanità pubblica. I medici potranno eseguire i test rapidi in centri e ambulatori privati, oppure nelle farmacie dei servizi purché venga garantita la segnalazione degli esiti all’ATS e fornite le opportune informazioni sulla quarantena o sull’isolamento in caso di positività, oltre alla prenotazione del tampone molecolare di conferma senza costi o procedure aggiuntive per il cittadino. Analoghe prescrizioni valgono in caso di effettuazione dei test da parte del medico in ambito aziendale”. “Le nostre ATS e ASST – conclude Gallera – in raccordo con i Comuni e avvalendosi in alcuni casi della collaborazione con la sanità militare, hanno predisposto progetti specifici che prevedono l’allestimento di punti tamponi sul territorio”.
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