Respirare Milano, i suoni, il pulsare del suo ritmo, il dettaglio di un albero malinconico…
Non si può respirare da una finestra Milano. La città sa dialogare, ridere, scherzare, piangere, ma non può lentamente spegnersi e dissolvere voci, presenze. E’ stressante, con una malinconia sotto pelle che racconta immobilismo.
Sì ancora, per la seconda volta, ma il pensiero non sa dire “Andrà tutto bene”. E il Cristo morto del Mantegna, un corpo cadavere che ti soffoca per quella potenza pittorica che è abbandono, assenza di vita è stata custodita da una Brera chiusa al pubblico. E, non so perché, è esattamente questa preclusione a darmi tristezza. E non c’è musica o illusione: la Scala non riaprirà come era stato previsto. Milano squaderna un deserto in attesa.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano