Oggi è la giornata mondiale dei poveri. Certo non bastano 24 ore per risolvere la piaga della povertà, ma possono essere un’occasione preziosa per riflettere e, perchè no, compiere un piccolo, piccolissimo, gesto personale di solidarietà: la povertà si contrasta con i grandi progetti di politica internazionale ed anche con i gesti quotidiani “La Giornata mondiale dei poveri, anche se limitata nelle iniziative, permane come un appuntamento a cui le diocesi nel mondo guardano per mantenere vivo il senso di attenzione e di fraternità nei confronti delle persone più emarginate e disagiate”. Sono le parole dell’arcivescovo Rino Fisichella a Interris.
“Tendi la mano al povero” che spesso è più vicino a noi di quanto potessimo immaginare: c’è una parte del mondo che soffre la povertà e un’altra che sovrabbonda tanto da sprecare risorse, ma c’è anche il fratello della porta accanto che non arriva a fine mese, l’uomo che dorme ai bordi della strada perchè ha perso il lavoro e la famiglia che va avanti grazie all’assistenza della parrocchia. Insomma non bisogna pensare che la povertà sia altro da noi e che non ci riguardi….Tenere lo sguardo rivolto al povero è difficile, ma quanto mai necessario per imprimere alla nostra vita personale e sociale la giusta direzione” sono ancora le parole di papa Francesco in occasione della giornata mondiale dei poveri che ricorda nella pratica quella enorme sensazione di pace e benessere chi prova chi fa volontariato tanto da domandarsi chi sia di più a ricevere tra il bisognoso e colui che gli dedica tempo. In una società di relazioni precarie e punti di riferimento fragili c’è bisogno di riscoprirsi fratelli, di appoggiarsi gli uni agli altri e sperare insieme di potercela fare: di poter uscire dalla pandemia e soprattutto saperne affrontare le conseguenze economiche, sociali e spirituali.”
“A pagare il prezzo più alto al lockdown sono stati i più poveri ma anche persone che non si sarebbero mai sognate nella vita di chiedere un aiuto a Caritas. Questa crisi sta mostrando l’estrema fragilità del nostro sistema economico e sociale. Da anni accettiamo passivamente la presenza di sacche di marginalità e povertà. Diamo per scontato che lo sviluppo abbia come inevitabile conseguenza la precarietà e l’assenza di diritti e tutele. “
(Luciano Gualzetti Direttore Caritas Ambrosiana)
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