Sono bastati pochi mesi di crisi dovuti all’emergenza covid e, approfittando della carenza di liquidità ormai diffusa, sono raddoppiate le proposte di aiuto economico avanzate a società e aziende.
La forzata chiusura di attività di ristorazione, negozi e strutture turistiche, danneggiando interi settori, li ha resi obiettivi per la criminalità organizzata, che si insinua subdolamente per impossessarsi delle attività messe ridotte allo stremo dalla pandemia.
In soli cinque mesi le richieste “anomale” di aiuto economico avanzate a società e aziende in crisi sono infatti raddoppiate. Si tratta ovviamente di proposte di acquisizione a un valore inferiore a quello di mercato o di cessione di quote aziendali. Dal 9% dello scorso giugno, si è passati ora al 19%, come riferisce il dossier del sondaggio realizzato da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con i risultati, elaborati dall’Ufficio Studi, analizzando le risposte di 411 attività associate dei pubblici esercizi (ristorazione), del turismo, del dettaglio non alimentare e del settore immobiliare.
Si parla di attività di ristorazione (38%), dettaglianti non alimentari (30%) e agenzie immobiliari (13%). La precedente rilevazione era stata effettuata ai primi di giugno. I risultati dell’indagine sono stati resi noti giovedì 26 novembre, nell’evento di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza “La criminalità ai tempi del Covid: quali pericoli per le imprese”. Al dibattito – in collegamento con Mario Peserico, vicepresidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con competenza sui temi della legalità – hanno partecipato il Prefetto di Milano Renato Saccone e il Procuratore e Coordinatore della DDA di Milano, Alessandra Dolci.
Il vicepresidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza Mario Peserico ha denunciato che“La significativa crescita, rispetto solo a pochi mesi fa, delle richieste ricevute, in particolare (dal 6 all’11%) per proposte d’acquisto dell’attività ad un valore inferiore a quello di mercato costituisce un campanello d’allarme certamente da non sottovalutare. Gli effetti prolungati dell’emergenza Covid impattano pesantemente sulla tenuta economica e la liquidità delle imprese. In questa situazione di grave difficoltà per molte aziende, è ancor più importante intensificare il monitoraggio di questi fenomeni, rafforzare la collaborazione con le istituzioni, soprattutto far arrivare i ristori rapidamente e in modo congruo in rapporto alle perdite di fatturato”.
Le attività in maggior pericolo sono ristoranti e alberghi, infatti il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata è stato rilevato soprattutto nella ristorazione (20%) e nella ricettività (21%) con proposte d’acquisto a un valore inferiore a quello di mercato ma da giugno a novembre sono cresciuti anche i reati ai danni delle attività commerciali, turistiche e di servizi. Si sono soprattutto triplicati i danneggiamenti, segnalati dal 12% delle imprese coinvolte dal sondaggio rispetto al precedente 4%. In aumento anche furti ed effrazioni. Vittime di danneggiamenti in particolare l’automotive (29%), la ricettività (21%) e la ristorazione (19%). I furti hanno colpito di più l’oreficeria (14%), la ristorazione (11%) e il dettaglio non alimentare (10%).
A causa della carenza di liquidità il 69% degli imprenditori, con un incremento del 5%, ha fatto ricorso al patrimonio aziendale. Molte più imprese si sono rivolte alle banche: dal 43% di giugno al 56% di novembre. E sono diminuiti i fornitori disposti a far credito: dal 52% di imprese che avevano dichiarato, a giugno, di aver ricevuto questa disponibilità, si è scesi al 37%.
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