Dopo tanti perché interiorizzati a fatica, dopo l’impotenza apparente nel porre rimedio a manifeste disfunzioni, l’urgenza di fare qualcosa, spesso non importa quale, rientra nei desideri di un cittadino che sa osservare. Vogliamo chiamarlo senso civico? Indubbiamente, ma a voler approfondire c’è anche amore, per scelte determinate dalla vita, dalla bellezza di un luogo, dalla memoria storica. Passaggi di riflessione che quasi casualmente hanno fatto incontrare un gruppo di amici con le stesse finalità. E’ nata il 18 luglio del 2016 l’Associazione Agiamo che porta con sé la volontà del fare ed è anche l’acronimo di “Amici Giardini Montanelli”, premiata con un attestato di benemerenza, un Ambrogino d’oro che riconosce l’attività instancabile dei soci e, soprattutto, i risultati ottenuti.
Parlare con il Presidente Enrico Pluda, significa rubargli un po’ di entusiasmo, di rigore quasi professionale e di estrema chiarezza sul da farsi. Ed è evidente da subito che l’associazione è in divenire, un punto di riferimento per chi ha a cuore il parco, aperta, apolitica (sottolinea), senza secondi fini “Creare una rete, dare una voce a quelle persone che rilevano incuria, che non sono contente della manutenzione e informare, segnalare. I Giardini Montanelli sono un gioiello nel cuore della città con tante situazioni intollerabili e occorre fare un programma di che cosa può essere fatto e di che cosa manca, di sorveglianza: non possono essere un bersaglio. Mancano le telecamere negli angoli sensibili. La statua dell’Italia Turrita è stata danneggiata, senza un braccio per quattro anni e solo oggi è in programma il restauro. Nella grotta accanto dorme una persona, ma non ci sono telecamere. Gli scarabocchi, il vandalismo sono all’ordine del giorno e facciamo pulizia anche con altri volontari perché crediamo che se c’è pulito si sporchi meno. I controlli non ci sono. Solitamente vado al mattino alle nove e noto bivacchi presumibilmente notturni che si sciolgono: non sono stanziali come un tempo quando si osservavano bottiglie rotte e degrado, abbandonato. Dopo la chiusura del lockdown sono tornate le mamme con i bambini, studenti…Il Parco è vivo e molti sono i fruitori, anche sportivi. Le proteste con foto dimostrative sono portate in Comune, ma difficoltà burocratiche amministrative ritardano o fermano il fare. Anche i privati dovrebbero intervenire con una gestione e organizzazione ad hoc. I giardini dovrebbero essere chiusi e sogno inservienti, all’apertura, che accolgano i visitatori. All’inizio ci siamo ispirati al lavoro di chi cura i Giardini della Guastalla, da poco restaurati, bellissimo piccolo parco da valorizzare, come d’altronde il Parco Sempione e il parchetto di Villa Reale.”
E’ nel cassetto in via di produzione un libro “I Giardini di Milano”, con un capitolo “Bacchetta Magica” dedicato ai Giardini Montanelli. Forse sì, considerato il malcostume di tanti, l’inciviltà di molti, l’ideologia dei fanatici politicamente impegnati, l’intervento della magia è quasi obbligato. Ma, lasciatemi osservare, che l’amore e la divulgazione dei disservizi per questi giardini, faranno il miracolo.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano