A conclusione della serata, al Tardini di Parma è di scena la Juventus contro i padroni di casa, decisamente ormai in zone poco tranquille in classifica e reduce da 3 pareggi, una sconfitta e 1 sola vittoria nelle ultime 5 partite. In campo infatti appare pressoché inesistente, anche perché il divario tecnico con l’avversario di turno è abissale. La squadra di Pirlo fa quello che vuole, va in gol con Kulusewski al 23′, raddoppia con Ronaldo al 26′ e sempre lui, CR7, appena rientra in campo alla ripresa mette il sigillo alla partita con il 3-0, doppietta personale prima del fischio finale preceduto di poco dal 4-0 finale firmato Morata, su cross di Bernardeschi da poco in campo. Il Parma può soltanto compiacersi di essere riuscito ad avvicinarsi al gol in un paio di occasioni, ma quando il punteggio era ormai una sentenza, e in ogni caso quando il pallone era diretto in porta ha trovato Buffon sulla linea. Troppo poco “parmigiano” per insaporire una partita contro avversari di un altro pianeta.
Il commento di Luciano: 13a giornata di serie A
Buon lunedì a tutti, inizia lo scorso sabato il 13° turno del campionato, e prosegue domenica con i restanti 7 incontri come da calendario. La classifica, alla fine, rimane invariata nelle prime posizioni perché tutte le big tradizionali (Inter, Milan e Juventus) incassano una buona “tredicesima” e si confermano al comando della classifica in posizioni ravvicinate come da tempo non accadeva.
Vediamo i 3 anticipi in programma.
Alle 15 di sabato, di fronte Fiorentina e Verona, veneti che partono a razzo con un rigore al 2° minuto per fallo di Barreca su Salcedo. L’arbitro Fourneau non ha inizialmente esitazioni, ma viene invitato dal VAR a rivedere l’azione. Il consulto e la decisione richiedono ben 6 minuti, rigore confermato e Veloso realizza spiazzando Dragowski. Il pareggio della Fiorentina arriva soltanto 10 minuti più tardi, ancora su rigore causato da Gunter che stende Vlahovic. Lo stesso si incarica della battuta, e fissa il punteggio sul definitivo 1-1, l’Hellas porta a casa un buon punto e reagisce alla sconfitta interna con la Samp. La Fiorentina di Prandelli resta ancora in zona pericolante (11 punti) mentre il Verona di Juric muove la classifica e sale a 20 punti, in settima posizione.
Alle 18 a Genova si gioca Sampdoria–Crotone, primo tempo piuttosto vivace che si chiude sul 2-1 per la Sampdoria, in doppio vantaggio grazie ai gol di Damsgaard al 26′ in scivolata su appoggio di Jankto (gol convalidato dopo lungo consulto alla VAR) , e di Jankto al 36′ ancora su azione condotta da Damsgaard e LaGumina, il quale svirgola il pallone che diventa un assist per lo slovacco, in arrivo da dietro. Crotone che accorcia le distanze al primo minuto di recupero, con un rigore trasformato da Simy. Nella ripresa la Samp controlla senza troppe difficoltà i tentativi del Crotone, e quando mancano circa 25′ al termine, Quagliarella entra in sostituzione di LaGumina e fa subito capire che non ha alcuna intenzione di smettere il vizio del gol, intercettando di testa un pallone leggermente deviato di Ekdal su corner, e siglando così il 3-1 finale.
Domenica, avvio della serie con un Torino-Bologna già dal sapore di lotta per la sopravvivenza, almeno da parte granata. Dopo una partenza sprint del Bologna, il Toro prova ad accennare una reazione ma lo fa con scarsa efficacia, a parte la solita grinta di un Belotti mai domo. E’ il Bologna a dettare i ritmi in campo, e le occasioni da segnalare sono in prevalenza per gli uomini di Mihailovic. Primo tempo senza gol, tuttavia, e la ripresa sembra ricalcare l’andazzo della prima fase, ma verso la mezz’ora è il Torino ad andare inaspettatamente avanti con Verdi su punizione, con paperaccia del terzo portiere del Bologna, Costa, che in pratica…costa il momentaneo svantaggio alla sua squadra. Sul calcio piazzato di Verdi, infatti, il portiere si lancia avventatamente sul pallone, ma pasticcia clamorosamente tra i piedi con un rimbalzo che finisce in rete. Il Bologna non ci sta, reagisce e va ad un passo dal pareggio prima con Palacio al 76′, che riprende un tentativo di Svanberg respinto da Lyanco ma il tiro finisce fuori di pochissimo. I rossoblu insistono e il pareggio arriva davvero, due minuti più tardi, con il gol dell’ex Soriano. 1-1 quindi e tutti a casa. Secondo pari di fila per Mihajlovic dopo il 2-2 di La Spezia: 14, ora, i punti in classifica. Giampaolo, a quota 7, continua a non vincere.
Finisce 1-1 il match tra Cagliari e Udinese alla Sardegna Arena, risultato sostanzialmente corretto al termine di una partita divertente e giocata a buon livello da entrambe le squadre. Il risultato si sblocca al 27′, sono i padroni di casa a passare in vantaggio con una fantastica punizione a giro di Lykogiannis che si spegne sotto l’incrocio dei pali. La risposta dell’Udinese arriva al 57′: Lasagna, entrato in campo da una manciata di minuti al posto di Deulofeu, infilza Cragno con un diagonale rasoterra, sfruttando il primo pallone utile della sua partita. Il Cagliari di Di Francesco vede ancora posticipato l’appuntamento con la vittoria, che manca dal 7 novembre (2-0 sulla Sampdoria). Quinto risultato utile consecutivo per l’Udinese di Luca Gotti.
A Benevento per il Genoa si spengono le luci nella ripresa, 2-0 e la squadra di Pippo Inzaghi incamera 3 punti preziosi per allontanarsi dalla zona rossa di fondo classifica. Notte fonda per il Genoa di Maran, che affonda sotto i gol di R.Insigne al 57′, e di Sau su calcio di rigore a 2 minuti dal fischio finale, penalty assegnato al Benevento per atterramento di Sau ad opera di Masiello. I 4 minuti di recupero fruttano al Genoa nulla oltre un calcio d’angolo che batte Lerager, a conclusione del quale si impadronisce del pallone il portiere Montipò, e su questa azione si conclude l’incontro.
Il Milan riparte dopo due pareggi consecutivi e torna a volare. Superato in Emilia l’esame Sassuolo, senza Ibrahimovic e Rebic. Il 2-1 esterno dei rossoneri è un’altra conferma che la capolista del nostro campionato non è lì per caso, e lo scudetto può e deve essere considerato un obiettivo alla portata. Ed è da record la partenza del Milan, con Rafael Leão in gol dopo 6,76 secondi: superato il precedente primato della Serie A stabilito da Paolo Poggi nel 2001 (8 secondi), ma anche quello dei primi 5 campionati europei. Çalhanoglu si vede annullare il raddoppio già al 9′ fuorigioco di Saelemaekers, che però si fa perdonare al 26 quando sfrutta con ottimo tempismo un suggerimento di Theo Hernandez e mette a segno il raddoppio. Nel finale accorcia Berardi su punizione, ma non basta per la rimonta. Nel frattempo risponde anche l’Inter, che superando con identico punteggio lo Spezia a S.Siro rimane incollata ai cugini un punto più sotto. Ma in testa, almeno per altri tre giorni, c’è ancora la banda di Pioli. L’unica macchia è l’ammonizione rimediata da Kessie: diffidato, l’ivoriano salterà la Lazio per squalifica.
A S.Siro, sotto una fastidiosa pioggia, la sesta vittoria consecutiva per l’Inter in campionato: 2-1 contro lo Spezia. Prestazione blanda e poco convincente dei nerazzurri, che nel primo tempo si rendono pericolosi con Young per poi faticare a trovare spazi e ad attaccare con continuità. Colpa anche di una certa idiosincrasia nella ricerca di soluzioni d’attacco in verticale, preferendo molto più spesso temporeggiare con stucchevoli fraseggi laterali. Merito anche di un ottimo Spezia, che rientra bene dagli spogliatoi ma viene punito ad inizio ripresa (52′) da Hakimi, su ottimo invito, finalmente in avanti, da parte di Lautaro dopo scambio con Lukaku (non al top ma sempre determinante nei risultati). Il raddoppio nerazzurro arriva al 72′ per un un fallo di mano di Nzola su cross di Sensi , e l’arbitro che inizialmente aveva fatto proseguire il gioco viene successivamente richiamato alla VAR per la verifica. Rigore per l’Inter accordato, Lukaku trasforma e chiude il match raggiungendo quota 11 nella classifica marcatori. Piccoli accorcia a pochi secondi dal fischio finale, non basta: Conte porta a casa altri tre punti che permettono ai nerazzurri di restare a -1 dal Milan. Dopo il sofferto successo contro il Napoli, un’altra prova non che positiva nell’approccio e gestione della gara, con scarsa carica agonistica. Partita risolta con gli uomini di maggior peso, sfruttando al massimo le opportunità concesse da un avversario inferiore sul piano tecnico, ma agguerrito e ordinato tatticamente.
Andiamo ora a Bergamo per un match che promette molto e, alla fine, mantiene anche di più. Atalanta e Roma di fronte, con l’incognita per l’Atalanta di una turbativa dell’ambiente che potrebbe in teoria condizionare le prestazioni di alcuni. Manca infatti l’ormai ex capitano, quel Papu Gomez che per anni è stato una bandiera dei bergamaschi, e ora pare sul punto di cambiare aria per i gravi dissidi con mister Gasperini. Le prime battute sembrano confermarlo, con la Roma che punge subito, e dopo 3 minuti è già avanti con Dzeko, ma l’Atalanta non si scompone e riorganizza le file, anche se rischia subito il 2-0 con Spinazzola che sporca il palo alla destra di Gollini. Equilibrio poi anche nelle occasioni, con il giovane portiere bergamasco che si supera su punizione di Pellegrini al 45′, ma nella ripresa la Dea agguanta il pareggio al quarto d’ora, con una fulminea bordata di Zapata sotto la traversa su appoggio di Ilicic. Rimessa in piedi la partita, l’Atalanta non si ferma e parte all’assalto per la vittoria. Al 70′ Gosens con una perfetta inzuccata porta in vantaggio i suoi, 3 minuti più tardi è Muriel, appena entrato, a fare il tris approfittando di un azzardato retropassaggio di Veretout e volando tutto solo verso la porta, scartando anche Meret. Alla quaterna, con una Roma ormai in bambola, ci pensa Ilicic con una azione personale spettacolare, dribblando mezza difesa giallorossa. L’Atalanta smentisce così rumorosamente le illazioni che la volevano destabilizzata per la perdita di capitan Gomez, e Gasperini gongola sia per la sonante vittoria (4-1) in campo che per la sua personale, nei confronti del giocatore simbolo della Dea.
Ultimo incontro di cartello in serata, tra Lazio e Napoli per non perdere ulteriore terreno dal gruppo di testa. Lazio che deve rinunciare a Lucas Leiva ma recupera in extremis Acerbi, e sembra iniziare con piglio deciso, meglio del Napoli che appare invece meno brillante del solito anche per l’assenza di Insigne, squalificato, e Mertens per infortunio. Lazio in vantaggio al 9′, il solito bomber biancoceleste Immobile si eleva a centro area su cross di Marusic, e mette dentro. Reagisce il Napoli e intorno al 20′ ha due occasioni molto favorevoli con Fabian Ruiz e Zielinski, ma la Lazio si salva. Nella ripresa, il Napoli tenta di raggiungere il pareggio ma lo fa troppo timidamente, al contrario della Lazio che invece trova ancora un corridoio con Escalante, pesca Immobile che appoggia di precisione su Luis Alberto, al volo ed è il 2-0 laziale definitivo. Difficile ora per la squadra di Gattuso, risalire la china contro gli uomini di Inzaghi, che ora giocano in scioltezza e sembrano in grado di controllare le residue velleità napoletane. Risultato che premia una Lazio più intraprendente e concreta, sale a 21 punti affiancando l’Atalanta. Napoli da rivedere per non perdere l’aggancio ai quartieri alti, al 5° posto in compagnia del Sassuolo ed un punto sotto la Roma, fermata a Bergamo.
Termina qui la rassegna della 13a giornata, il campionato concluderà il 2020 tra pochi giorni con l’ultimo turno infrasettimanale (14a giornata), prima delle festività. Arrivederci a giovedì per l’ultimo commento dell’anno!