Voglio il Reddito di Vita. Con il nuovo anno tra i tanti bonus che pochi hanno ricevuto, è un diritto da sancire con la legge e coi soldi, naturalmente. Parto svantaggiata: non sono ex brigatista, rom, indagata, non lavoro in nero e quindi difficilmente posso accedere al Reddito di cittadinanza che pure mi farebbe comodo.
Tanta enfatizzazione per la “dignità” del singolo, il suo essere persona. Il concetto di vivere anziché sopravvivere, ma dove è la dignità nelle lunghe file che aspettano la carità per mangiare? La sensibilissima deputata Boldrini ha richiesto che sia stabilito il Reddito di Dignità, di 630 euro mensili, per i migranti che devono trascorrere il tempo in bivacchi per godere momenti di socialità, eventualmente rubare o spacciare per procurarsi due euro spendibili spesso in alcolici.
Ma quel reddito io non posso averlo: sono italiana, stanziale e sono bianca come il latte. E allora si istituisca il Reddito di Vita perché ho il diritto sacrosanto di vivere bene gli anni che mi restano. E lo dico perché, pandemia sì o pandemia no, per i vaccini ha da passà la nuttata, nel senso che non c’è organizzazione e chissà quando arriveranno in modo sufficiente. Insomma, aspettando il proprio turno, si può anche morire di fame. Deve essere un reddito con cui vivere dignitosamente secondo le mie aspirazioni: una casa in Centro perché gli acciacchi si fanno sentire, una villa a Capalbio e a Cortina per rifugiarmi, un po’ di birignao non guasta, una bicicletta fiammante in cortile anche se non la so usare ma fa tanto green, un abbonamento in un ristorante di Brera quando sarà aperto, un dizionario di parlata politicamente corretta, abiti targati Armani, Cartier al polso per guardare distrattamente le ore. E non pensiate che voglia vivere come i radical chic amici di Sala, ma capire come si possa non capire la vita dura di chi non ha e non può. Per rispettare la dignità di tutti.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano