Il cervello all’ammasso, il pensiero unico, e l’appiattimento delle idee e della loro espressione, la libertà rubata: questo vorrebbero i carnefici della libertà di stampa. Una vigliaccata con conseguenze che intaccano un valore imprescindibile, sancito dalla costituzione, paradigma insostituibile per crescere, per conoscere, per amare la verità.
Scrive Indini su Il Giornale “Negli ultimi giorni abbiamo assistito, in un pericoloso silenzio anestetizzato, alla cacciata di Donald Trump da Facebook, Twitter e Instagram. Era nell’aria da mesi. Probabilmente in molti lo agognavano dal giorno in cui il tycoon ha iniziato a marciare verso la Casa Bianca. Zuckerberg ha colto l’occasione dopo gli scontri dello scorso 6 gennaio (l’assalto a Capitol Hill tra pagliacci vestiti da sciamani, assurde teorie cospirazioniste e morti vere) per spianare gli account dell’ormai prossimo ex presidente degli Stati Uniti. Il giro di vite non si è fermato lì. Molti sostenitori dell’alt right hanno fatto la stessa fine. Hatespeech l’accusa. Incitamento all’odio e alla violenza. Ma non solo: in 70mila sono saltati perché paladini della teoria cospirazionista Qanon. E, quando questi “profughi” sono sbarcati su Parler, Google e Apple hanno estromesso l’app dai propri negozi digitali mentre Amazon l’ha cacciata dai propri server rendendo in questo modo la piattaforma, che si stava imponendo come il Twitter di estrema destra, irraggiungibile. Nelle ultime ore le purghe dei big della Silicon Valley si sono abbattute anche su Ron Paul, figura di riferimento del movimento libertario statunitense che nell’ultimo mese aveva già ricevuto uno strike da YouTube per aver video pubblicato un comizio di Trump.”
“La possibilità di interferire nella libertà di espressione – ha dichiarato Angela Merkel – è data solo nei limiti stabiliti dalle leggi e non può venire dalla decisione autonoma di un’impresa privata”.
E Libero come Trump: censurato da Twitter. Il direttore editoriale, ‘Vittorio Feltri, tre giorni fa, spiega Libero, “ha subito la stessa sorte dell’ex presidente Usa per aver scritto di essere felice che Greta Thunberg abbia compiuto diciotto anni, perché così può serenamente mandarla a scopare il mare. I cervelloni Usa hanno interpretato il detto popolare come una frase sessista, prendendo fischi per fiaschi. “
Scrive ancora Libero “I social pensano di rappresentare il mondo ma ne rappresentano solo la parte più becera. Ieri sera sul profilo Twitter di Libero è apparsa una scritta misteriosa; “Attenzione, questo account è temporaneamente limitato poiché ha eseguito attività sospette. Vuoi proseguire?”. Frase intimidatoria. Non vorremmo mai che chi si fosse inoltrato nella lettura dei nostri articoli e contenuti web corresse il rischio di essere censurato. Al momento non sappiamo il motivo del bando…Mai come oggi, però, c’è in gioco la nostra libertà. Non tanto quella che ci permette di fare quello che vogliamo o di andare dove vogliamo. Quanto quella che ci permette di pensare e pertanto di agire come vogliamo. Per questo la cacciata di Trump dai social network ha in qualche modo a che fare anche con la nostra libertà.”