Biscardini: No al ‘Modello Milano’, bisogna passare dall’interesse al capitale al tema del capitale umano e territoriale

Milano

“Abbiamo capito quanto è ormai larga nell’opinione pubblica la convinzione che a Milano bisogna cambiare pagina, non si può continuare così. Bisogna superare il cosiddetto ‘modello Milano’ che da anni, indipendentemente da chi abbia governato la città, si è consolidato nell’uso del capitale finanziario non a favore di tutti i cittadini ma quasi esclusivamente a favore degli interventi immobiliari di carattere speculativo e questo non vuol dire costruire e andare nella direzione di una città giusta attenta ai problemi delle persone che hanno sempre più difficoltà o attenta ai problemi del lavoro”. Così Roberto Biscardini, esponente del Psi, già consigliere comunale e Docente al Politecnico , in merito alla presentazione di una lista socialista alle prossime comunali durante l’assemblea online organizzata dal ‘rassemblement’ del socialismo cittadino che comprende PSI, Socialisti in Movimento, l’Associazione Socialdemocrazia, circoli e organizzazioni di area.
Per Biscardini il ‘modello Milano’ “ha aggravato uno dei temi più fondamentali, cioè il conflitto fra la cosiddetta antropizzazione del territorio, l’occupazione degli spazi liberi e il problema della natura. Dobbiamo quindi ricominciare a pensare totalmente al valore del territorio e al valore dell’ambiente per ripensare a una nuova visione della città. È un tema importante oggi quando parliamo di Recovery Plan e di un indirizzo di carattere europeo: mi sembra che Milano sia assolutamente fuori da questa prospettiva – ha ribadito -. Bisogna passare dall’interesse al capitale finanziario al tema del capitale umano. Il ‘modello Milano’ non funziona più nemmeno dal punto di vista politico, si regge su un modello superato ma soprattutto il ‘modello Milano’ se vogliamo stare vicini al cittadino non regge più nella sua capacità di rispondere come struttura amministrativa e burocratica agli interessi delle persone e delle imprese. Milano è ferma e non dà risposte. Landoni parlava sostenendo il suo basta con la Caritas e suggerendo un ritorno al municipalismo ambrosiano che significa dare servizi, essere socialdemocratici e fare della municipalità un punto di riferimento essenziale politico dell’azione pubblica. Il modello non regge più nemmeno dal punto di vista democratico, per esempio poco si sa di cosa succede in questa città, non c’è l’adeguata trasparenza, nemmeno un consigliere comunale ha il diritto di conoscere le decisioni della giunta. Di conseguenza non si può blaterare sul tema della partecipazione si può partecipare solo se il cittadino è informato cosa che oggi non avviene. Fare una nuova proposta socialista ormai più che un diritto diventa un dovere. Torneremo a quella fase in cui il socialismo si identificava con i cittadini ed i cittadini si identificano con il socialismo” ha concluso Biscardini.

Dopo tanto tempo a Milano i Socialisti hanno decisodi presentarsi con “Una Lista dei socialisti milanesi alle prossime elezioni comunali”, organizzata dal ‘rassemblement’ del socialismo cittadino che comprende PSI, Socialisti in Movimento, l’Associazione Socialdemocrazia, circoli e organizzazioni di area.
“Noi socialisti di Milano non intendiamo navigare a vista – ha sottolineato Broi -. Il futuro deve guardare all’ambiente ed a nuovo modello di sviluppo sostenibile. Vogliamo una Milano migliore diversa dall’attuale, come lo è stata con i sindaci della stagione del socialismo e riformismo milanese. Milano dev’essere una città non per pochi che possono permettersela ma vissuta con dignità da tutti, che non lasci indietro nessuno mentre oggi sono tanti quelli che arrancano e non ce la fanno..

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