Buon lunedì amici sportivi, andiamo a commentare la numero 23 con un po’ di tristezza nell’animo, per l’improvvisa e prematura scomparsa di Mauro Bellugi, ex giocatore dell’Inter degli anni ’70 e fino a ieri opinionista sportivo in tv. Lo ricorderanno con affetto i molti sportivi e tifosi nerazzurri non più giovani, salutandolo per l’ultima volta proprio alla vigilia di un derby a cui lui non sarebbe mai idealmente mancato, nemmeno senza quelle sue gambe recentemente amputate. Forse poteva ancora essere tra noi, ma anche per lui il dannato Covid ha voluto metterci lo zampino, una pur lieve ma fatale spintarella per le sue già compromesse difese immunitarie. Che la terra gli sia lieve, come si usa dire, e le sue gesta resteranno nel cuore e nella memoria dei tifosi.
La vita continua e il calcio pure, in ogni caso, e la giornata inizia con un anticipo del venerdì, con uno squillo del Toro. Dopo cinque pareggi consecutivi, la squadra di Nicola supera il Cagliari per 1-0 nella sfida salvezza. Tre punti d’oro per il Torino, che allunga sulla zona rossa della classifica, ora lontana ben cinque punti. Match teso, complesso, tutt’altro che divertente, ma gli ospiti battono una diretta concorrente e possono finalmente voltare pagina, dopo un periodo veramente negativo. Primi minuti molto equilibrati, ma dopo il ventesimo il Cagliari spinge e mette maggiormente sotto pressione gli ospiti. La tensione e la posta in palio sono un freno e le palle gol latitano. Marin di destro e Simeone di testa sono pericolosi, ma Sirigu non è impegnato in parate rilevanti. Stesso discorso per Cragno, inoperoso nel primo tempo. Ripresa che inizia sulla falsariga della prima frazione, partita sempre bloccata, col Cagliari che fa la partita ma non riesce a pungere in attacco, mentre il Toro ci prova in contropiede. Nel finale però la svolta : i granata attaccano e passano su palla inattiva, su corner di Rincon per la testa di Bremer che beffa Cragno con una sorta di pallonetto imprendibile in diagonale, sul secondo palo . Triplice fischio di Orsato e tutti sotto la doccia, gelata per i sardi.
Altro anticipo, al Franchi di Firenze c’è la Fiorentina che incrocia il cammino dello Spezia di Italiano, reduce dalla sonante vittoria contro il Milan (ex) capoclassifica. Ebbene, ancora una volta viene a confermarsi quella che è ormai una costante di questo campionato, l’alternanza di euforia e delusioni un po’ per tutte le protagoniste, sia in cima che in coda. Infatti, lo Spezia atteso alla riconferma dell’eccellente prestazione contro i rossoneri, cicca clamorosamente presentandosi in campo visibilmente sottotono. Per contro, ovviamente, grande prestazione dei viola di Prandelli, con la gara che però si sblocca solo nel secondo tempo, dopo una prima frazione scialba e priva di particolari occasioni. Ad aprire le ostilità, al 50′ , è il serbo Vlahovic in acrobazia, poi il raddoppio del subentrato Castrovilli che giunge al 66′ ed il gol del definitivo 3-0 siglato da Eysseric a porta vuota che arriva solo all’84’. Con questa vittoria i viola salgono a quota 25, scavalcando in classifica gli ospiti.
Vediamo ora gli anticipi del sabato, ad iniziare da quello che ha segnato il ritorno alla vittoria (1-0), ma con grande fatica, della Lazio contro la Sampdoria. Punti preziosi per la Lazio nella corsa alla zona Champions, risultato sofferto contro una Sampdoria mai doma, punita al 24′ dalla rete di Luis Alberto su assistenza di Milinkovic-Savic. Biancocelesti ora a 43 punti, impegnata in una certosina rotazione di giocatori in vista del durissimo impegno nell’andata degli ottavi di finale di Champions di martedì contro il Bayern Monaco (fresco di sconfitta in Bundesliga contro l’Eintracht), sempre all’Olimpico.
Genoa–Verona, allo stadio Marassi si è concluso col punteggio di 2-2. Apre Ilic, risponde Shomurodov, Davide Faraoni riporta avanti i scaligeri poi in pieno recupero Badelj firma il 2-2 definitivo col Genoa in 10 uomini per l’infortunio occorso allo sfortunato Luca Pellegrini. Il Genoa di mister Ballardini sale così a quota 26 punti, mentre il Verona di mister Ivan Juric si vede sfumare la vittoria proprio sul filo di lana.
Il derby minore, in attesa di quello più atteso a S.Siro, finisce 1-1. Al Mapei Stadium Sassuolo e Bologna si dividono la posta in palio, e i rimpianti sono per entrambe. Perché i ragazzi di Mihailovic passano in vantaggio per primi con Soriano, servito da Barrow dopo un erroraccio in disimpegno di Magnanelli, ma poi tornano sulla terra alla mezz’ora, quando Hickey viene espulso tramite VAR. Mentre i neroverdi, che in superiorità numerica attaccano praticamente senza sosta fino al 90′, trovano sì il punto del pareggio con Caputo, ma non riescono a completare la rimonta. La formazione di De Zerbi e quella di Mihajlovic fanno dunque un passettino in più in classifica: una sale a quota 35 e l’altra a 25, comunque lontana da una zona retrocessione che, grazie al ko del Cagliari contro il Torino, è ora lontana 10 punti.
Parma e Udinese si dividono il magro bottino, un punto a testa al Tardini. Grande delusione per la squadra di D’Aversa, partita a mille nel primo tempo con l’acuto-lampo al 3′ di Cornelius (in gol dopo sei mesi e mezzo di astinenza) e il rigore trasformato da Kucka. Nella ripresa, però, i ducali si abbassano troppo e subiscono la rimonta friulana targata Okaka e Nuytinck: 2-2. I padroni di casa restano quindi al penultimo posto a 14 punti (in attesa di Juventus-Crotone). Udinese relativamente tranquilla, a quota 25.
Ed eccoci al pomeriggio domenicale più atteso, il derby Milan–Inter, che vale non la vittoria finale ma sicuramente accende il turbo per una delle 2. E una si chiama Inter, quella che forse il turbo l’aveva già acceso da qualche partita precedente, ma lo conferma clamorosamente proprio in questa occasione, staccando ora il Milan di 4 punti e restando solitaria in testa alla classifica. Non è una vittoria, quella dei nerazzurri, ma di più, è un dominio. Un 3-0 che racconta piuttosto fedelmente il rapporto di forze visto a San Siro durante l’arco dei 90′. Zampate feline e decisive, come sempre, di Lautaro e Lukaku, l’ormai nota “LuLa“. L’argentino firma la doppietta che indirizza il match, prima di testa su cross del compagno e poi da due passi, ben servito da Perisic. E il possente centravanti belga chiude definitivamente i conti con un’azione personale, e un sinistro secco alle spalle di Donnarumma. Il Milan ha un sussulto d’orgoglio solo tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, ma un Handanovic in gran vena come ai vecchi tempi sigilla ogni spiffero nella porta con una serie di parate, in pochi secondi, su Ibrahimovic e poi su Tonali. L’Inter fa dunque festa, mentre il Milan perde per la quarta volta in un 2021 difficoltoso. E la classifica inizia a delinearsi in maniera piuttosto netta: diventano 4 i punti di vantaggio della formazione di Conte su quella di Pioli. Rispetto a qualche mese fa, è un mondo completamente rovesciato.
Giornata di nerazzurri scatenati, quella di oggi…
Tanto per non smentirsi, anche l’Atalanta a Bergamo ha snocciolato il suo rosario a spese del Napoli che, pur con generosità e un certo risveglio agonistico, ha tentato vanamente di ostacolarne l’impeto. 4-2 il punteggio finale.
La squadra di Gasperini, in virtù di questo risultato sale al quarto posto a quota 43 punti, mentre il Napoli rimane a 40 punti in settima posizione. Decisivo il cambio di passo della Dea nel secondo tempo, trascinata da Muriel e Zapata (a segno entrambi), e il contemporaneo calo di un Napoli con troppe assenze. Vittoria meritata per i bergamaschi, che ora si riaffacciano in zona Champions, e ko fatale per gli azzurri, ora dietro a tutte le big. Paura nel finale per Osimhen, caduto male e trasportato per accertamenti all’Ospedale di Bergamo dopo aver perso conoscenza.
A quanto si è potuto apprendere, è stato riscontrato nel giocatore un trauma cranico, ma non preoccupano le sue condizioni.
Ultimo incontro della serata a Benevento, dove la Roma affronta i locali di Pippo Inzaghi alla ricerca di punti per non perdere contatto con le prime posizioni e quel suo terzo posto appena conquistato anche se in compagnia di Lazio e Atalanta. Dopo un primo tempo equilibrato, non ricco di grosse opportunità per entrambe le squadre, la partita potrebbe prendere una piega favorevole ai giallorossi di Fonseca, quando al 55′ Glick si prende un cartellino rosso per seconda ammonizione, e lascia i suoi in 10. La Roma cerca di sfruttare la superiorità numerica, butta dentro Dzeko, poi El Shaarawy e anche Pedro, ma va vicinissima al gol soltanto al 4° minuto dei 5 di recupero, evitato da un disperato salvataggio sulla linea da Caldirola su tiro di Pellegrini. Colpi di scena poco prima del fischio finale, con espulsione di Inzaghi per reiterate proteste, il recupero si allunga e la Roma reclama un rigore per una entrata di Foulon su El Shasrawy. Dapprima l’arbitro indica il dischetto, ma successivamente viene richiamato dal VAR, che lo induce ad annullare la decisione per un fuorigioco di Pellegrini nell’azione in svolgimento. Quindi, allo scadere di ben 8 minuti di recupero, 0-0 e Roma che non riesce a catturare l’intera posta contro una “strega” in 10 uomini per più di mezz’ora della ripresa. Benevento che esulta, un punto strappato con denti e fatica, ma meritato.
La 23a si chiude lunedì alle 20,45 con la partita tra la Juventus e il Crotone, arrivederci al prossimo turno con un anticipo venerdì 26 Febbraio tra Torino e Sassuolo.