Non credo sia difficile amare Milano, ma farsi amare presuppone partecipazione, intuito, visione e, perché no, quell’ottimismo che, unito al pragmatismo, diventa azione corrispondente ai bisogni dei milanesi. Fare il Sindaco può diventare una missione di conoscenza e di sensibilità.
Sala durante la cerimonia funebre a Tognoli ha ricordato: «Tognoli era uno che c’era sempre per chi aveva bisogno» La dichiarazione esigerebbe una riflessione, anzi numerose riflessioni: quante volte Sala non ha ascoltato i comitati di quartiere? Le pagliacciate di “dialogo” con i Municipi di sinistra ad escludendum gli altri sono state indecifrabili. Quante volte ha deciso e imposto strategie ideologiche contro il parere dei residenti? E il riferimento al piano piste ciclabili e piazze tattiche è voluto. E così pure l’aumento del biglietto ATM, ricordate? E, incurante dell’inopportunità in questi momenti di emergenza, l’attivazione dell’ area C. E ancora la tolleranza buonista per i centri sociali, gli accampamenti abusivi e degradanti dei Rom. E lo sguardo sempre e comunque volto ai grattacieli e all’alta finanza, dimenticando chi vive i problemi quotidiani, e non basta indossare calzini colorati, pontificare nei social e bere un frettoloso aperitivo in un quartiere con il codazzo simpatizzante PD per farsi amare.
Ricorda Sansonetti di Tognoli “Sapeva unire la sua capacità organizzativa all’intuito per la valorizzazione delle cose forse considerate superflue ma che soddisfacevano e rendevano il cittadino certo e sicuro di avere una guida salda alle redini della città.” Un’empatia inclusiva che non è sicuramente prerogativa di Sala.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano