Decreto Sostegni, chi sono i beneficiari dei contributi a fondo perduto?
Le nuove risorse stanziate dal decreto approvato il 19 marzo 2021 sono destinate alle partite IVA che hanno registrato un calo del fatturato confrontando il 2020 con il 2019. Il calcolo dovrà essere effettuato sulla riduzione media mensile. Dovrà ammontare almeno al 30 per cento il calo registrato nel 2020 rispetto al 2019. Sono questi i requisiti che individuano la platea di beneficiari dei contributi a fondo perduto del decreto Sostegni. Gli importi riconosciuti vanno da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per le società a un massimo di 150.000 euro e saranno determinati in base a cinque scaglioni di ricavi e compensi. Il limite che esclude dalla platea di beneficiari è 10 milioni di euro raggiunti nel 2019. Per i soggetti con un volume più piccolo sarà pari al 60 per cento della perdita mentre per i più grandi sarà pari al 20. A chi andranno gli 11 miliardi di contributi a fondo perduto? Lo scorso 18 febbraio il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato i dati sulle fatture elettroniche registrati tra gennaio e novembre dello scorso anno. Il report si concentra sul flusso informativo, messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, che contiene solo le fatture relative al commercio intraziendale ma permette di guardare all’andamento dei settori e dei territori. E di individuare i principali indiziati a ricevere gli aiuti in arrivo con il nuovo provvedimento emergenziale. In linea generale, il calo dell’imponibile IVA rilevato nei primi 11 mesi dello scorso anno è pari all’11,2 per cento con picchi del 25,2 per cento in Sardegna e del 20, 3 per cento in Friuli Venezia Giulia. Contributi a fondo perduto del DL Sostegno con calo del fatturato nel 2020, a chi spettano?
Attesto con il nome di Decreto Ristori 5 a fine gennaio 2021, il nuovo pacchetto di aiuti finanziato dai 32 miliardi di scostamento di bilancio è stato approvato ufficialmente il 19 marzo 2021.
Il testo del decreto Sostegni introduce un nuovo meccanismo di accesso ai contributi a fondo perduto.
Si confermano in parte le misure già annunciate dal Governo Conte II.
Nella sua relazione sullo scostamento di bilancio, infatti, l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri aveva confermato l’intenzione di concedere nuovi aiuti alle partite iva secondo alcune regole già consolidate, ma anche aprendo nuove strade per coloro che sono stati “sacrificati” dai criteri stabiliti in precedenza.
Si parlava già a fine gennaio, con il governo Conte ancora in carica, di due grandi novità:
- erogazione delle risorse a prescindere dal codice ATECO e quindi dal settore economico di appartenenza: si tratta di una modifica importante che porta all’inclusione di autonomi e professionisti;
- valutazione delle perdite avute in tutto il 2020.
Lo schema, con Daniele Franco alla direzione del ministero dell’Economia e delle Finanze e con il nuovo governo Draghi, è confermato, seppur con diverse regole per calcolare la somma spettante.
Contributi a fondo perduto DL Sostegno: si diventa beneficiari con il calo di fatturato
Il meccanismo che determina l’ingresso di imprese e professionisti nella platea di beneficiari segue le seguenti caratteristiche:
- determinante resta il calo di fatturato, che deve esser pari almeno al 30 per cento (in precedenza era 33 per cento);
- la valutazione sarà effettuata confrontando il 2020 e il 2019, in particolare si prenderà in considerazione il calo medio mensile;
- i codici ATECO non rappresentano più un elemento rilevante per l’accesso, in questo modo si concede un via libera anche ai professionisti che hanno atteso a lungo di poter essere inclusi in questo meccanismo di aiuti;
- cresce il limite di ricavi e compensi entro il quale è possibile richiedere l’aiuto: passa da 5 a 10 milioni di euro;
- si definisce una nuova modalità di calcolo dell’importo che, pure, per quanto riguarda il valore minimo e massimo rimane lo stesso (da un minimo di 1.000 o 2.000 euro in base alla tipologia di soggetti fino a 150.000 euro). Le novità riguardano sia gli scaglioni di riferimento per determinare, in base alla perdita, la somma a cui si ha diritto;
- cambia anche la modalità di utilizzo degli importi: accanto al pagamento diretto si aggiunge la possibilità di utilizzare le somma in compensazione tramite modello F24.
Di seguito le percentuali per il calcolo del contributo a fondo perduto in base ai ricavi e compensi.
Percentuale di calcolo dell’importo del contributo a fondo perduto | Ricavi e compensi di imprese e professionisti |
60 per cento della perdita | fino a 100 mila euro |
50 per cento della perdita | tra 100 mila e 400 mila euro |
40 per cento della perdita | tra 400 mila euro e 1 milione di euro |
30 per cento della perdita | tra un milione e 5 milioni di euro |
20 per cento della perdita | tra 5 e 10 milioni di euro |
Contributi a fondo perduto del DL Sostegno: nei dati MEF i potenziali beneficiari
Il requisito chiave per accedere al fondo perduto resta il calo del fatturato, pari ad almeno il 30 per cento nel confronto tra 2020 e 2019. Come di consueto il 18 febbraio 2021, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato i dati sulle fatture elettroniche registrati tra gennaio e novembre: sono cifre significative, per la maggior parte di segno meno. E rappresentano una fotografia dell’andamento di settori e territori che permette di individuare quali saranno i principali destinatari dei nuovi contributi a fondo perduto.
Nel periodo analizzato i settori che hanno registrato un calo maggiore sono i seguenti:
- per le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, la perdita è pari al 40,3 per cento;
- per le attività di famiglie e convivenze, la riduzione arriva al 38,9 per cento;
- per le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento, si registra una diminuzione del fatturato del 27,1 per cento.
Mentre i territori più colpiti sono la Sardegna, il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta. I risultati meno negativi sono in Basilicata e in Calabria. Ovviamente i dati sono solo degli indizi per individuare in quali settori e territori potrebbe concentrarsi il maggior numero di soggetti beneficiari dei contributi a fondo perduto del Decreto Sostegno. Bisogna, infatti, sottolineare che il report si concentra sul flusso informativo delle fatture relative al commercio intraziendale relativo ai primi 11 mesi del 2020. E inoltre fornisce una visione d’insieme del settore o della regione, mentre il nuovo meccanismo delineato permette di valutare caso per caso il diritto a beneficiare degli aiuti. In altre parole, il decreto Sostegni delinea un sistema che, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta e dal territorio in cui si opera, possa supportare le singole imprese che hanno subito danni più importanti nell’anno della pandemia. Ma è fuori da ogni dubbio che alcuni settori e alcuni territori, nel loro insieme, hanno subito perdite più importanti di altri. Contributi a fondo perduto decreto Sostegni 2021: come calcolare l’importo. Contributi a fondo perduto: nuovo sistema di calcolo nel decreto Sostegni 2021. La percentuale spettante, in relazione alla propria classe di ricavi e compensi, dovrà essere calcolata in base alla perdita media mensile del 2020 rispetto al 2019. Di seguito alcuni esempi pratici e le regole per calcolare l’ammontare riconosciuto. Nuovo metodo di calcolo dei contributi a fondo perduto del decreto Sostegni. Il testo approvato il 19 marzo 2021 prevede un sistema differente rispetto alle precedenti edizioni dei ristori in favore delle partite IVA.
Per calcolare l’importo del contributo spettante, sarà necessario confrontare il fatturato medio mensile del 2020 rispetto allo stesso dato del 2019, ed applicare le percentuali previste dal decreto Sostegni, dal 20 al 60 per cento. All’atto pratico, appurato che la perdita di volume d’affari nel 2020 è stata pari almeno al 30 per cento rispetto al 2019, e una volta verificato di non superare il limite di 10 milioni di fatturato in relazione al 2019, per il calcolo del contributo a fondo perduto bisognerà tener conto della perdita media mensile subita. Una volta determinato il calo complessivo subito nel 2020 rispetto al 2019, sarà quindi necessario suddividere il risultato per 12. L’importo della perdita media mensile è la base sulla quale applicare la percentuale di contributo a fondo perduto fissata dal decreto Sostegno, in relazione allo “scaglione” dimensionale in cui ci si colloca.
Contributi a fondo perduto decreto Sostegni 2021: come calcolare l’importo
L’ultima versione del decreto Sostegni, in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del testo definitivo, prevede che l’ammontare del contributo a fondo perduto debba essere calcolato in misura pari all’importo ottenuto applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 e l’ammontare medio mensile di fatturato e corrispettivi del 2019. Il calcolo basato sulla perdita media mensile è stato introdotto al fine di evitare sperequazioni in merito all’importo spettante, alla luce delle differenti misure restrittive previste su base regionale e alla stagionalità delle singole attività. Quel che ne risulta è però un aiuto che riesce a sopperire in maniera minima al calo registrato. Prima di fornire alcuni esempi pratici su come calcolare l’importo del fondo perduto previsto dal decreto Sostegni, è bene fornire un riepilogo dei parametri d’accesso e delle percentuali di ristoro fissate dal provvedimento. Il comunicato stampa diramato a margine del Consiglio dei Ministri del 19 marzo 2021 conferma la suddivisione dei beneficiari in cinque classi, sulla base del valore di ricavi e compensi registrati nel 2019:
- 60 per cento per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a 100.000 euro;
- 50 per cento per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 100.000 euro e fino a 400.000 euro;
- 40 per cento per i soggetti con ricavi e compensi superiori a 400.000 euro e fino a 1 milione di euro;
- 30 per cento per i soggetti con ricavi e compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro;
- 20 per cento per i soggetti con ricavi e compensi superiori a 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro.
Per il calcolo della media mensile, i soggetti che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2019 dovranno considerare i mesi successivi a quello di attivazione della stessa.
Per le startup, ossia per le partite IVA attive dal 1° gennaio 2020, l’importo riconosciuto ammonta a 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per i soggetti diversi. In ogni caso, l’importo massimo spettante non può superare i 150.000 euro. Sono queste le regole da considerare per calcolare l’entità del sostegno riconosciuto dallo Stato alle partite IVA danneggiate dalla crisi da Covid-19 e che hanno risentito delle restrizioni imposte per ridurre i contagi. ccedono ai nuovi contributi a fondo perduto le partite IVA che hanno registrato una perdita media di fatturato mensile nel 2020 rispetto al 2019 pari almeno al 30 per cento. Parametro che non dovrà essere considerato per le attività avviate dal 1° gennaio 2019.
Di contro, restano fuori dal nuovo strumento di sostegno i soggetti che cesseranno o avvieranno l’attività dopo la data di entrata in vigore del decreto, gli enti pubblici e gli intermediari finanziari e le società di partecipazione di cui all’articolo 162-bis del TUIR. Come calcolare i contributi a fondo perduto del decreto Sostegni 2021: esempio pratico Prendiamo quindi due diverse casistiche, per fornire un esempio pratico delle regole di calcolo dei nuovi contributi a fondo perduto. Il primo esempio riguarda un titolare di partita IVA che nel 2019 ha registrato un totale di fatturato pari a 60.000 euro, ridotto a 30.000 euro nel 2020. La differenza complessiva di fatturato ammonta a 30.000 euro, superando quindi lo “scoglio” della perdita minima del 30 per cento prevista dal decreto Sostegni. Prima di applicare la percentuale di fondo perduto prevista per la propria classe di ricavi e compensi, bisognerà suddividere il dato della perdita totale di fatturato per i 12 mesi dell’anno. La perdita media mensile registrata nel 2020 rispetto al 2019 è pari in questa fattispecie a 2.500 euro. Applicando la percentuale di fondo perduto spettante (60 per cento) alla perdita media mensile (2.500 euro), l’importo spettante che ne risulta ammonta a 1.500 euro. Prendiamo come secondo esempio un’attività che si colloca, invece, nella fascia di ricavi e compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro, con percentuale di fondo perduto spettante pari al 30 per cento della perdita media mensile. Una partita IVA con fatturato totale nel 2019 di 2 milioni di euro, e di 1,2 milioni di euro nel 2020, percepirà un contributo a fondo perduto pari a 20.000 euro, considerando che il totale della perdita registrata è pari a 800.000 euro e che la media mensile della stessa è di 66.667 euro circa. Quel che appare evidente, sulla base dei due esempi sopra riportati, è che gli ulteriori 11 miliardi di risorse stanziati per i nuovi contributi a fondo perduto non riusciranno a compensare in misura rilevante il danno economico causato dalla pandemia. Motivo per il quale il Governo ha già annunciato di voler richiedere un nuovo scostamento di bilancio. Il decreto Sostegni da solo non basta.
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