Sembra una presa in giro, ma non è così. L’asfalto sta prendendo la sua rivincita sulle strisce gialle e la segnaletica delle biciclette che dovrebbero segnalare le corsie ciclabili e oscura colori e indicazioni. Per dire, ma è già stato detto, che la rivoluzione copernicana della viabilità voluta dal comune sbiadisce, si autocancella. Insomma neppure la scelta della vernice è stata fatta con discernimento. E dopo aver fallito anche la scelta del bitume per una manutenzione lowcoast delle strade martoriate dalle buche, dopo sei mesi siamo qui a discutere di “rifacimento” delle corsie ciclabili.
Il Corriere elenca “Prendiamo il caso di viale Monza, ciclabile contestatissima durante la sua realizzazione la scorsa estate. Per lunghi tratti la segnaletica, unica «protezione» per i ciclisti, è già prossima alla scomparsa… Ancora peggio sul cavalcavia di viale Puglie. Qui i segnali che indicano il tratto ciclabile sono già indistinguibili dal resto dell’asfalto. Altrettanto in via Pola, tra piazzale Lagosta e Palazzo Lombardia, dove la segnaletica per le due ruote è tristemente appassita nonostante la primavera appena iniziata”.
Ma Granelli aveva una fretta indiavolata, Sala doveva far vedere la sua anima verde prima dell’adesione al partito green…e annunciare ogni giorno o quasi un prolungamento di piste ciclabili era essenziale per la campagna elettorale. E adesso il Comune pensa a un continuo monitoraggio, a un (continuo) rifacimento e i milanesi pagano interventi sine die. Ammesso che si sappia fare, perché la parola manutenzione non è praticamente mai applicata.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Cretini e parassiti ideologici al potere!
Meglio così.