Perché a Milano, il Piccolo Teatro, perché l’occupazione senza precedenti di un simbolo assurto a diventare l’eccellenza del teatro, lo snodo e la continua innovazione di un’arte tutta da assaporare, metabolizzare, amare… il perché è la sua gloriosa storia, l’estrema qualità dei suoi prodotti, la genialità di chi l’ha fatto grande. E i nel giorno in cui si celebrava la Giornata Internazionale del Teatro è esplosa la protesta del mondo dello spettacolo. Il Piccolo teatro è stato occupato da un centinaio di rappresentanti tra attori, maestranze, autori e studenti. Anche il direttore del teatro, Claudio Longhi, ha espresso solidarietà, chiedendo ai manifestanti di rispettare il distanziamento durante l’occupazione. Un atto di protesta che segue molte altre iniziative per chiedere la riapertura dei teatri, l’accesso alla cultura. E molti, orfani della voce di Strehler, delle sue limpide visioni culturali e pragmatiche, hanno rimpianto la sua figura e la sua autorevolezza tra i manifestanti. Perché il Piccolo…perché è far rinascere la storia, la capacità di “accogliere” più voci, di far convivere più discipline, di trasformare un testo rendendogli statura universale. E’ così che Strehler e il Piccolo si sono presentati al mondo con la firma della grande Arte. Il Piccolo è Milano, come la Scala, come i Navigli, come l’anima di questa splendida città.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano