Programmare nuove aperture per ridare da subito speranza al Paese. Il Governo apre al dialogo con il centrodestra, a cui si aggiunge la maggioranza delle Regioni, le quali chiedono di “dare un segnale al Paese” sulla ripartenza delle attività.
In vista del decreto legge che conterrà le misure in vigore dopo Pasqua, a prevalere è la linea del dialogo.
“Ora va usata prudenza, sono i numeri dei decessi – ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo all’incontro con le Regioni -, del contagio e delle terapie intensive a imporci attenzione. Con 3.721 posti letto in terapia intensiva occupati non possiamo fare un passo troppo lungo. Le prossime settimane saranno decisive per le vaccinazioni e potremo così programmare l’estate e la graduale uscita dalle restrizioni sulla base delle evidenze scientifiche e dei dati del monitoraggio che sono e restano la nostra bussola”.
Nell’Esecutivo però è sempre più forte la spinta per introdurre “un automatismo con aperture mirate” dalla seconda metà di aprile, come chiede anche il ministro per le Autonomie, Maria Stella Gelmini. A rassicurare le Regioni, dopo il vertice sui vaccini con i Governatori, è innanzitutto il premier Mario Draghi, che è favorevole a ‘un tagliando del decreto’: “occorre ridare speranza al Paese, pensando a programmare e alle riaperture – dice -. Bisogna cominciare ad aver di nuovo il ‘gusto del futuro’. Bisogna uscire da questa situazione di inattività”.
I governatori della Lega hanno spinto per “riaperture ragionevoli” insistendo perché nel prossimo decreto siano previste clausole per ripristinare le zone gialle dove i numeri dei contagi Covid lo consentano. Chiesto inoltre di “rivalutare i criteri per individuare l’andamento del contagio” e si auspicano “indicazioni scientifiche sul rischio che comporterebbero alcune riaperture come quelle di teatri o ristoranti”. Altra richiesta al governo è “di incrementare il personale sanitario per fare i vaccini, considerate le promesse non mantenute dal precedente governo”.
C’è il comune impegno ad assicurare non solo la sicurezza e la salute ma anche la ripresa dell’attività economica, ha detto il premier Draghi nell’incontro con le Regioni. ‘Soltanto attraverso un sincero rapporto di collaborazione tra Stato Regioni si riuscirà a vincere questa battaglia’.
Il presidente del Consiglio ha rinnovato “l’invito a iniziare a guardare al futuro con ottimismo”, sottolineando come “la campagna vaccinale stia andando migliorando continuamente e rapidamente”. Gli obiettivi prefissati per aprile e maggio, in riferimento alle forniture di vaccini e al numero delle vaccinazioni, pari al mezzo milione di vaccinati al giorno, non sembrano – ha osservato il premier – più così lontani.
“Per quanto riguarda le forniture dei vaccini per i prossimi mesi la Commissione ha assicurato che le dosi dovrebbero essere più che sufficienti per raggiungere l’immunità per il mese di luglio in tutta l’Europa”, ha detto ancora il presidente del Consiglio.
‘Occorre uscire da questa situazione di inattività. Sono certo che, tutti insieme , raggiungeremo qualunque obiettivo. Questa è la mia certezza, non è una speranza né un pronostico”, ha aggiunto Draghi.
Lo Stato farà di tutto per rispondere alle esigenze delle Regioni, anche con riferimento al tema delle carenze di personale, ha detto, si apprende, il premier. “Questo è l’atteggiamento del governo: aiutarvi a raggiungere gli obiettivi che sono di tutti noi”, ha affermato.
Da parte delle Regioni c’è la volontà di “un proficuo dialogo istituzionale affinché si lavori come un sol uomo in questa campagna vaccinale”, ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Un incontro che si è svolto in un “clima costruttivo” e nel quale è stata garantita la “massima collaborazione per velocizzare la campagna vaccinale”.
Intanto una riunione del Consiglio dei ministri è convocata per mercoledì alle 17.30. Nella convocazione non compare ancora l’ordine del giorno. E’ atteso il via libera al nuovo decreto legge Covid. Un decreto, che riporterà in classe in zona rossa gli studenti fino alla prima media, che dovrebbe confermare nelle aree arancioni la presenza fino alla terza media e la didattica a distanza al 50% per le superiori, spiegano fonti di governo. Si va verso la conferma anche delle altre misure disposte con il precedente decreto, come la chiusura di parrucchieri, barbieri e centro estetici in zona rossa.
“Il testo del prossimo decreto Covid non è ancora pronto. Ma stiamo dicendo a tutti la stessa cosa: occorre dare ai cittadini una prospettiva di speranza – così il Ministro per le Autonomie, Maria Stella Gelmini –. Allo stesso tempo questo non è il momento per dire ‘riapriamo tutto’. Fino al 15-20 aprile ci vorrà ancora molta attenzione, ma poi se i numeri migliorano all’interno del dl servirebbe un automatismo per prevedere aperture mirate senza il bisogno di approvare un nuovo provvedimento”. (ANSA)
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