Per amore di verità: col centrodestra Milano non era una “strada vuota” salvata poi da Pisapia e Sala

Milano

Caro Francesco Caroli che scrivi su Il Riformista un lungo articolo inneggiando ad una presunta e abbagliante trasformazione di Milano sotto l’amministrazione di Pisapia e Sala, sono profondamente offesa per quel “sentire” che insieme a me offende molti milanesi, ma soprattutto la verità.  Scrive “Appena 10 anni fa Milano seguiva la crescita del Paese pur mostrando evidenti limiti; come quelle strade vuote, dove le uniche porte aperte erano quelle dei salotti delle élite e dei (pochi) locali alla moda, nei quali per accedere occorrono soldi e amicizie. Un periodo al quale è poi seguito un cambio di passo netto, segnato dall’apertura al mondo, il salto culturale, l’entusiasmo ritrovato, la corsa alla crescita e al rafforzamento della sua leadership nazionale generato da una svolta politica. La vittoria di Pisapia e poi quella di Sala hanno infatti saputo trasformare la metropoli, rendendola quella città, che prima del Covid, era ammirata in tutto il mondo….La città, grazie alle grandi fiere come Expo, ma soprattutto con le tante iniziative cittadine che in questi 10 anni hanno riguardato tutta Milano (da Bookcity a PianoMilano), ha saputo sostituire la retorica della città chiusa con un’immagine di dinamicità e internazionalizzazione che in Italia non ha eguali”

E’ evidente che la svolta politica è stata la svolta a sinistra che si rifugia nei salotti chic  e ignora i milanesi della fatica quotidiana. Ma per dire che cosa hanno fatto e prodotto gli “oscurantisti di destra” cito un vecchio articolo di Della Frattina “…i nove anni dell’amministrazione Albertini, il paradigma del centrodestra ambrosiano con vicesindaco Riccardo De Corato, hanno realizzato opere pubbliche per 5 miliardi. Un libro dei sogni diventato realtà con tre depuratori che Milano aspettava da decenni, la Scala rifatta a tempo record, il Teatro Arcimboldi alla Bicoccca, le metropolitane, la Fiera a Rho-Pero, la Triennale rilanciata e i quartieri di Santa Giulia, Porta Nuova e CityLife con i loro grattacieli a ridisegnare lo skyline. Il tutto, a proposito della lezioncina di Lerner su «trasparenza e onestà», non solo senza una condanna, ma nemmeno un avviso di garanzia per sindaco, assessori e dirigenti…. Letizia Moratti rimarrà nella storia per aver limitato le auto in centro, bike e car sharing e portato in Italia l’Expo.” Chiamando quel Sala molto veloce a cambiare simpatie politiche per convenienza.

Sa quali grandi opere sono firmate Pisapia? Un registro per le coppie di fatto utilizzato da poche decine di persone, la legalizzazione (bocciata dal ministero) dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero e la gay street in via Sammartini. Poco altro. Sala può ringraziare Albertini e Moratti, l’Expo ha dipanato il successo con proficui scambi commerciali, con un forte incremento di turisti e con una vetrina internazionale. Ma la politica di Sala basata sul capitale finanziario, non ha risolto, ma anzi peggiorato, il gap tra povertà e ricchezza. E ancora ha stravolto l’identità e la memoria di una città rigorosa e bella con pagliacciate di piazze colorate, rifugio spesso di balordi e ha gettato nel caos la viabilità improvvisando ciclabili e aree ztl nei posti meno indicati. E mai Milano è stata così trascurata e meta di criminalità. Questo per amore di verità.

Buon lavoro.

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