Flashmob di un gruppo di consiglieri di centrodestra davanti al Comando di Polizia Locale di piazza Beccaria, ieri pomeriggio, per chiedere le dimissioni comandante Marco Ciacci. Al centro della protesta, ancora il ‘caso Barbato’ dopo il servizio de Le Iene riguardo all’avvicendamento ai vertici della polizia locale di Milano. L’intenzione dei consiglieri di centrodestra era protestare nel corso della seduta online del consiglio.
“Un’assunzione sprovvista di titoli e rinnovata nonostante un divieto esplicito della legge 183/2010,” afferma a mianews Max Bastoni, consigliere comunale e regionale della Lega, tornando sulla nomina di Marco Ciacci a comandante della Polizia Locale di Milano dopo il servizio de Le Iene andato in onda il 2 aprile scorso. “I requisiti in ingresso per qualsiasi ruolo nella pubblica amministrazione sono di dominio pubblico e devono essere trasparenti per legge”, afferma Bastoni. “Non possono assumere determinati incarichi coloro che ne siano sprovvisti. Il sindaco di Milano Beppe Sala certifica l’inidoneità di Marco Ciacci con un documento che alle due voci che elencano i tipi di requisiti posseduti da Ciacci contengono due vistosi omissis”.
Il consigliere leghista spiega di fare riferimento “al Regolamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di Milano che individua una esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali, o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e/o scientifica desumibile dalla formazione universitaria e post-universitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete e qualificate esperienze di lavoro”. “Ciacci però ne risulta privo avendo assunto un incarico dirigenziale nella Polizia di Stato solo tre mesi prima di assumere l’incarico di Comandante dei Vigili – afferma -. Partendo dal presupposto che Marco Ciacci non era nemmeno in grado di accedere alla selezione pubblica, perché privo di requisiti, Beppe Sala evidentemente trova una soluzione che impedisca la verifica dei titoli, così si crea un imbarazzante escamotage che possa parzialmente rendere accettabile tale manovra, ovvero l’applicazione dell’istituto del comando. Ma chi viene comandato in un’altra amministrazione può essere impiegato fino a un massimo di tre anni. Marco Ciacci era stato assunto il 4 settembre 2017, il suo mandato scadeva il 4 settembre 2020. Sala però aveva deciso di fare altro. Nonostante le previsioni di legge, infatti, si è voluto forzare ancora una volta la mano, prolungando l’incarico di Marco Ciacci per un ulteriore anno, nonostante la norma fosse netta, infatti l’art. 13, comma 2 della Legge 2010, n. 183 ha chiarito, una volta per tutte, un punto specifico sull’utilizzo dell’Istituto del Comando, non interpretabile, non modificabile”. “Tutte le pubbliche amministrazioni, per motivate esigenze organizzative, risultanti dai documenti di programmazione dei fabbisogni di personale, possono utilizzare in assegnazione temporanea, con le modalità previste dai rispettivi ordinamenti, personale di altre amministrazioni, per un periodo non superiore a tre anni.” conclude Bastoni.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845