Il 24 e 25 aprile la Brigata Sanitaria Soccorso Rosso lancia l’iniziativa “Tampone partigiano”, per la Festa della Liberazione. E voilà con il camper mobile i professionisti delle palazzine occupate abusivamente recitano la sceneggiata della disponibilità “per permettere ai vecchi e nuovi partigiani di poter partecipare alle manifestazioni ed alle commemorazioni in sicurezza”. Grazie. Il gesto in sé è anche gentile se non ci fosse il retropensiero dell’iniziativa, la furbata per farsi accreditare come mammolette.
Il “Tampone Partigiano “sarà effettuato dalle 10-00 alle 14.00 del 24 aprile in Piazzale Cadorna e dalle 14.00 alle 18.00 in Piazza Castello Grazie a Medicina Solidale, Camera del Non Lavoro, ADL Cobas e LUME che compongono la Brigata Sanitaria Soccorso Rosso, e da tutti coloro che vorranno aiutarci in questa impresa”, spiegano i promotori che indosseranno “un fazzoletto rosso al collo sopra la nostra tuta bianca di protezione per rendere omaggio ai partigiani caduti”.
La vera domanda è: chi si offende o è fiero del paragone, il tampone partigiano o il partigiano caduto non necessariamente rosso? Forse la Storia va rispettata, forse i ricordi sono un patrimonio da custodire. Questi novelli partigiani che conoscono aggressione, violenza e illegalità giochino pure con i tamponi, ma anche le parole hanno un senso compiuto.