Forse è il momento delle carezze. E i robot che ci comandano, che esigono obbedienza, che si muovono e decidono secondo dati, algoritmi e altre diavolerie, sappiano empaticamente dare un segno di partecipazione. La governance sta, a Palazzo Chigi come a Palazzo Marino e i Signori Robot voluti purtroppo da noi, spesso dimenticano il valore di una carezza, di uno sguardo che sia anche opportunità umana. Ma ci vuole comprensione, eppure i loro automatismi dovrebbero essere basati su una lettura pragmatica del sentire comune.
Il riferimento a Sala che ha programmato secondo ideologie astratte è volutamente voluto. Un Robot che non conosce sinergie, che non fa appello alle esigenze comuni, che non sa dare una carezza di incoraggiamento. Un Robot strutturato per seguire le proprie idee, piacciano o non piacciano. Annota Ansa “Le carezze ricevute dai robot emozionano gli esseri umani e li rendono più empatici con le macchine. A indicarlo sono i test su un gruppo di studenti impegnati a interagire con dei robot umanoidi, condotti in Germania, nelle università Ruhr Bochum e di Duisburg-Essen, e pubblicati sulla rivista PlosOne.
E’ noto che le carezze o anche il semplice tocco di una mano hanno importanti effetti positivi nelle relazioni tra le persone, compresa la capacità di ridurre lo stress e di migliorare le funzioni del sistema immunitario.
Per esplorare gli effetti dovuti invece alle interazioni con i robot, le ricercatrici Laura Hoffmann e Nicole C. Krämer hanno fatto dei test su 48 studenti impegnati in dialoghi con Nao, uno dei robot umanoidi più utilizzati nei laboratori di tutto il mondo.
Nel corso delle conversazioni la macchina accarezzava per qualche istante, in forma apparentemente spontanea, il dorso della mano di alcuni partecipanti. In risposta al tocco del robot, la maggior parte degli studenti ha sorriso, e nessuno si è tirato indietro.
Ma l’aspetto più rilevante, secondo i ricercatori, è che i partecipanti che erano stati accarezzati si sono in seguito dimostrati più propensi a proseguire nelle interazioni con la macchina e hanno dato valutazioni alte verso il robot nei questionari a conclusione dei test.”
Quanti gesti potrebbero essere carezze e non imposizioni, quanti obblighi potrebbero essere frutto di interazioni umane, quante “assenze” dalla vita sociale potrebbero saldare la frattura di rabbia tra cittadini e governanti…Forse una visione semplicistica, ma in un periodo di distanziamento potrebbe la “carezza” far vivere meglio.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano