E Sala rilascia l’ennesima intervista al Corriere e un comune cittadino che ha problemi quotidiani a mettere insieme il pranzo con la cena, si annoia mortalmente nel leggere l’aria fritta di liste che si aggiungono, di auspici per la nascita di nuove forze politiche, con un momento di doverosa e pelosa modestia “Non mi sento un vincitore” In sintesi il contenuto di una lunga intervista che fa rabbia e meraviglia ancora una volta per la distanza siderale tra realtà e un calcolo numerico possibile nel giorno del voto. E meraviglia anche che gli venga chiesto come sono organizzate le liste, spesso con un candidato proprio al primo turno, ma tutti, naturalmente convergenti al ballottaggio. Questi i problemi a cui affidare i propri pensieri e il tempo da spendere. Ed è di ieri l’unione di Azione e +Europa per avere un nome proprio in campo. Ma, nella somma preventivata, saranno 8 le liste.
Quante le idee messe sul tavolo, difficile da dirsi perché il programma di Sala inizia e finisce con l’urbanistica tattica e le piste ciclabili. Il PD? Sarà l’”azionista di maggioranza” , quasi che si dovesse richiamare il lessico economico per definire una parte politica. Ma il manager ha i suoi riferimenti, i suoi riflessi condizionati. Paragone, il dissidente dei 5 Stelle si candida ovviamente con i suoi progetti di cambiamento ma riflette giustamente “”La città che piace a noi non è soltanto luccichii e grattacieli, mentre la periferia viene abbandonata a se stessa. La Milano che deve affrontare le sfide è quella delle periferie tanto quanto del centro, E la sinistra non può illudersi di vincere parlando soltanto al centro della città”. Non sono candidata ma chiedo, visto che le liste sembrano acquistate in un supermarket con molte parole: “Con le liste si mangia a pranzo e a cena?”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano