Sala si accorge a fine mandato di essere anche Sindaco metropolitano? Dopo l’apertura di un tavolo dei comuni ex provincia “Noi sindaci siamo molto preoccupati delle responsabilità che ci troviamo sulle spalle e il Recovery Plan, grande opportunità, per noi potrà essere anche un grande rischio. Se il 70 per cento dei fondi devono essere impegnati entro il 2022 e il restante entro il 2023, come si farà con le regole attuali? Quindi c’è grande preoccupazione”.
Grande preoccupazione per una sfida che coinvolgerà il territorio dell’ex provincia, ma quando durante il suo mandato ha programmato correlazioni, servizi fungibili e condivisi, se non ipotizzando piste ciclabili che arrivassero nei comuni dell’hinterland? E’ sacrosanto che la Provincia non esista più, che la Città metropolitana, non sia mai decollata ma, si chiede Arcipelago, “È legittimo domandarsi se l’aspirazione di Milano a stare al passo con i processi di modernizzazione delle metropoli internazionali possa eludere il problema di superare un assetto istituzionale, ordinamentale e organizzativo obsoleto, che la rende contemporaneamente troppo grande e troppo piccola, cioè la dimensione sbagliata per affrontare in modo razionale ed efficiente le nuove – e meno nuove – sfide.?”
Ma dove la volontà di vero dialogo, di eventuale trasformazione ordinamentale e legislativo, per facilitare un possibile viaggio insieme? Sala come sindaco Metropolitano non è mai esistito. La sfida che aspetta il futuro sindaco male per essere interpretata dalla “proliferazione di liste settoriali, monotematiche e addirittura professionali dalla dubbia capacità di aggiungere consensi ma dal sicuro effetto patchwork… la mancanza di una idea condivisa forte e di prospettiva la rende politicamente debole…”(Arcipelago)
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano