Montato nella storica platea del Piermarini, sul praticabile cui siamo stati abituati a vedere l’Orchestra nelle rappresentazioni di opere e concerti dell’era COVID (testimonianza di un annus horribilis che tra poco speriamo tutti sia smantellato), è stata presentata ieri mattina la Stagione artistica 2021-22 del Teatro alla Scala. Servendosi della generosa risposta che Milano ha testimoniato a Carla Fracci, il Sindaco Sala ha introdotto la presentazione dei futuri spettacoli ribadendo il profondo legame che lega la città al suo teatro, invitando a guardare al futuro coltivando la curiosità dei “piccoli” per l’opera e balletto, capace di esprimere un’idea di città e di popolo. E’ il turno del Sovrintendente e Direttore artistico Dominique Meyer, visibilmente felice di presentare la prossima stagione, visto che è giunto alla Scala in frangente così poco favorevole, non avendo ancora potuto mostrare le sue potenzialità. A settembre si torna finalmente in sala, dopo aver fatto di necessità virtù di spettacoli in streaming o in presenza rarefatta.
Grandi le attese; del pari le promesse che presentano allettanti inviti a ritrovare l’interesse e la passione, sopiti dalla necessità di adottare comportamenti virtuosi e da una serie di luttuosi eventi. Il cartellone autunnale vale, da solo, come ghiotta anticipazione di quel che sarà quello della prossima stagione. Tra settembre e novembre, la Scala presenterà cinque produzioni d’opera, due nuove e una vista per una sola serata! La Scala riapre l’allegria rossiniana mettendo in scena la storica Italiana in Algeri di Ponnelle diretta da Dantone. Novità di rilievo sarà Il barbi ere di Siviglia diretto da Chailly regia di Leo Muscato e la ripresa dell’allestimento del Turco in Italia diretto da Fasolis andato in scena per una sola rappresentazione prima della serrata dei teatri. La Calisto di Francesco Cavalli, direzione di Christophe Rousset porta per la prima volta al Piermarini questo fondamentale compositore della scuola veneziana inaugurando un progetto sul Barocco italiano che si svilupperà nei prossimi anni. Ultimo titolo d’opera è la ripresa dell’Elisir d’amore diretta da Michele Gamba. Tra i progetti più importanti cancellati dalla pandemia nel 2020 c’è senza dubbio la prima assoluta di Madina, frutto della collaborazione tra il compositore Fabio Vacchi e il coreografo Mauro Bigonzetti, ripresa nel mese di ottobre con l’étoile Roberto Bolle e la direzione di Michele Gamba.
Nella Stagione 2021~2022 la Scala presenterà trediciallestimenti d’opera: nove le nuove produzioni e tre spettacoli provenienti da altri teatri. Si è optato per una scelta di varietà ed equilibrio, confermando la centralità della tradizione italiana contornata da titoli del repertorio francese, russo, austriaco, tedesco, inglese. Macbeth è l’opera scelta per l’inaugurazione, regia di Davide Livermore con Anna Netrebko, Luca Salsi, Francesco Meli e Ildar Abdrazakov, direttore Riccardo Chailly. Sul podio a dirigere l’altro nuovo allestimento verdiano di Un ballo in maschera con Sondra Radvanovsky, Francesco Meli e Luca Salsi: occasione per il debutto registico di Marco Arturo Marelli, dallo stile essenziale. Bellini torna in cartellone con I Capuleti e i Montecchi diretti da Evelino Pidò, regia di Adrian Noble e un cast formato da Lisette Oropesa, Marianne Crebassa, René Barbera e Michele Pertusi.
Debutto registico per Olivier Py, con Thaïs di Massenet diretta da Lorenzo Viotti con Marina Rebeka, Ludovic Tézier e Francesco Demuro. Opera questa mai ascoltata a Milano. A Valery Gergiev proporre La dama di picche di Čajkovskij nella regia di Hartmann, protagonisti Asmik Grigorian (in alternanza con Elena Guseva) e Najmiddin Mavlyanov. Frédéric Chaslin debutta nella buca scaligera con La Gioconda di Amilcare Ponchielli allestimento di Davide Livermore, protagonisti Sonya Yoncheva, Daniela Barcellona, Judit Kutasi, Fabio Sartori, Roberto Frontali ed Erwin Schrott.
Il Teatro alla Scala presenterà una nuova produzione di Rigoletto a ventotto anni da quella di Gilbert Deflo affidandola a Mario Martone; Michele Gamba sul podio, protagonisti Enkhbat Amartüvshin, Nadine Sierra e Piero Pretti. Il progetto Accademia guarda a Cimarosa con Il matrimonio segreto di Cimarosa: i giovani allievi saranno guidati musicalmente da Ottavio Dantone e scenicamente da Irina Brook. Fedora di Giordano nella rilettura cinematografica di Mario Martone e Margherita Palli, direzione di Marco Armiliato; coppia di protagonisti Sonya Yoncheva e Roberto Alagna. Oltre a Thaïs di Massenet l’altra opera nuova per Milano sarà The Tempest di Adès. Opera contemporanea, rappresentata in tutto il mondo ma mai ascoltata a Milano, in un allestimento in parte ambientato proprio nella sala del Piermarini. Da altri teatri giungeranno invece le produzioni di Adriana Lecouvreur di Cilea (David McVicar per Covent Garden); due i cast in cui si alterneranno Agresta e Anna Netrebko, Freddie De Tommaso al debutto scaligero e Yusif Eyvazov, Anita Rachvelishvili e Elena Zhidkova, Alessandro Corbelli e Ambrogio Maestri. Don Giovanni, sarà l’unica ripresa della Stagione, allestimento di Robert Carsen, direttore Pablo Heras-Casado, voci di Christopher Maltman, Alex Esposito, Hanna-Elisabeth Müller, Emily D’Angelo e Bernard Richter. Ariadne auf Naxos arriverà da Vienna. Sul podio Michael Boder, con la Stoyanova, Stephen Gould e la rivelazione Erin Morley come Zerbinetta.
Non meno importante la Stagione di ballo, presentata dal Direttore Manuel Legris, anche lui alla sua prima stagione scaligera. Le novità già in apertura di Stagione, con il debutto de La bayadère di Rudolf Nureyev, mai rappresentata da altre compagnie al di fuori del Balletto dell’Opéra di Parigi per cui fu creata nel 1992. con Svetlana Zakharova in due recite a gennaio in un nuovo allestimento: scene e costumi firmati da Luisa Spinatelli. Le novità proseguono con un trittico: in prima assoluta Solitude Sometimes; in debutto nazionale Anima Animus di David Dawson¸ Il ritorno in scena di Bella Figura, omaggio a Jiří Kylián. Alla Compagnia scaligera il debutto nazionale di AfteRite, nuova e originale interpretazione de Le Sacre du printemps, e una nuova creazione di Les noces.Tornano Jewels di George Balanchine, Onegin e Sylvia, che ha inaugurato la Stagione 2019/2020. Ma anche Giselle, con un affettuoso ricordo di Carla Fracci. Come già ricordato, a ottobre verrà presentata Madina.
Alla tradizionale Stagione Sinfonica di sette concerti con Orchestra e Coro del Teatro, ai concerti straordinari e ai Recital di canto si aggiungono un nuovo ciclo di Orchestre ospiti e uno di Grandi pianisti. Rinnovati anche i Concerti da camera con i solisti e i gruppi dell’Orchestra che trovano una collocazione più intima nel Ridotto dei Palchi.
L’impegno è di costruire un teatro sempre più all’altezza delle sfide dei prossimi anni, offrendo oltre all’eccellenza artistica, una capacità produttiva e di semplificazione dei servizi al pubblico, inserendosi nello sviluppo di una Milano che riprende il suo cammino.
Gianfranco Previtali Rosti
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