“Da tempo sempre più cittadini ci segnalano un dato paradossale che coinvolge le famose moto a ‘due tempi’. A causa di una normativa bizantina, questa categoria di veicoli in Lombardia può circolare nei 209 Comuni classificati in fascia 1 (tra cui Milano, Brescia, Bergamo, Monza, Lodi, Como, Cremona) solamente se iscritta ai registri storici di Federmoto o dell’Asi (Automotoclub Storico Italiano, nda). Le moto a due tempi euro 0, se non iscritte a tali registri, sono completamente bandite dalla circolazione. Una normativa fortemente discriminante, che per motivi incomprensibili limita la circolazione di molti veicoli” affermano Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale e Simone Enea Riccò, Presidente della Commissione Sicurezza e Commercio del Municipio 5.
“A Milano – prosegue la nota – sono molteplici le limitazioni imposte ai due tempi euro 0 dentro il perimetro di Area B e Area C: per poter circolare occorre possedere un veicolo vecchio di almeno 40 anni; a un mezzo con 20 anni di storia sono consentiti massimo 25 ingressi. In generale, chi dovesse girare nel nostro territorio con una moto del 1990 non iscritta ai registri storici rischierebbe una multa dai 75 ai 450 euro, mentre basterebbe una moto del 1987 regolarmente iscritta per poter girare indisturbati. E’ evidente – concludono Comazzi e Riccò – che si tratta di bizantinismi, norme burocratiche che limitano le possibilità di spostamento dei cittadini. Dalla mia posizione – afferma Comazzi – mi farò promotore presso Regione Lombardia di avviare una riflessione per modificare queste regole, eccessivamente penallizanti per le moto a due tempi. Stato, regioni e comuni devono cooperare per introdurre regole all’insegna del buonsenso, consentendo ai cittadini di potersi muovere liberamente, specialmente in questo periodo critico”.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845