Il Consiglio degli Ordini forensi d’Europa scrive al primo ministro del Pakistan: «Il governo protegga il legale degli accusati di blasfemia», minacciato dagli islamisti
Margarete von Galen, presidente del Consiglio degli Ordini forensi d’Europa (Ccbe), ha scritto al primo ministro della Repubblica islamica del Pakistan, Imran Khan, per chiedergli di prendere misure in difesa di Saiful Malook, l’avvocato musulmano divenuto paladino dei cristiani perseguitati, e per questo finito nel mirino degli estremisti islamici.
Scrive nella sua lettera la presidente del Ccbe, organo che riunisce i consigli degli ordini forensi di 45 paesi, qualcosa come un milione di avvocati europei:
«In base alle informazioni che abbiamo, l’avvocato Saiful Malook sta ricevendo numerose minacce di morte dopo aver ottenuto la libertà per i suoi clienti, Shagufta Kausar e il di lei marito Shafqat Emmanuel, cristiani pakistani condannati a morte per blasfemia».
Sette anni da innocenti nel braccio della morte
I due cristiani, genitori di quattro figli, prima di essere scagionati dall’Alta Corte di Lahore a inizio giugno, hanno trascorso ben 7 anni nel braccio della morte perché costretti con le cattive (Shafqat Emmanuel fu torturato in carcere nel 2014) a confessare un reato che non potevano aver commesso. Erano infatti stati accusati nel 2013 di aver inviato a un conoscente messaggi blasfemi contro l’islam, colpa che in Pakistan, per via della famigerata legge sulla blasfemia, può costare appunto la pena capitale. Peccato che sia l’uomo che la donna fossero analfabeti e non fossero in grado di scrivere né in urdu nè in inglese.
La furia dei fondamentalisti
La liberazione della coppia ha scatenato la solita furia fondamentalista (già vista dopo l’assoluzione di Asia Bibi, avvenuta sempre per merito di Saiful Malook), e così a rischiare di subire la giustizia sommaria dei fanatici islamisti adesso non sono solo i due cristiani perseguitati ingiustamente, ma anche il loro avvocato musulmano. Ma come Tempi ha ricostruito un paio di settimane fa, e come scrive la stessa Margarete von Galen, «non si tratta di un episodio isolato». Si legge nella sua lettera:
«Saiful Malook aveva già subìto rappresaglie a causa della sua legittima attività di avvocato, in particolare per il suo lavoro in difesa di persone accusate di blasfemia. A questo proposito, il Ccbe ha già scritto a Vostra Eccellenza per esprimere la propria grave preoccupazione riguardo alle tante minacce che Saiful Malook stava ricevendo in relazione alla difesa di Asia Bibi, donna cristiana accusata di blasfemia e assolta dalla Corte suprema pakistana. All’epoca, l’avvocato Saiful Malook dovette riparare in Olanda dopo essersi rifugiato per giorni presso l’ambasciata di Francia a Islamabad»
«Si indaghi subito sulle minacce»
E a rischiare la pelle non è solo l’avvocato musulmano dei cristiani perseguitati: «Anche la sicurezza della sua famiglia è in enorme pericolo», ricorda il capo del Ccbe. La Von Galen conclude la lettera a Imran Khan sollecitandolo «a fare tutto ciò che è in suo potere per assicurare immediate e imparziali indagini in merito alle minacce nei confronti dell’avvocato Saiful Malook, e a prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per garantire la sua sicurezza».
Difendere gli innocenti
Non può esistere Stato di diritto se gli avvocati e tutte le istituzioni garanti della giustizia pakistana sono perennemente ricattate e minacciate da frange di estremisti islamici. È quello che sostiene lo stesso Saiful Malook, il quale ha scelto di dedicarsi a suo rischio e pericolo alla causa dei cristiani perseguitati proprio per questo. Non per eroismo, ma per un preciso dovere deontologico. E perfino islamico, come ha spiegato lui stesso in una recente intervista:
«Sono un musulmano devoto e amo il profeta Maometto allo stesso modo degli altri musulmani. Difendere i cristiani accusati di blasfemia è mio dovere legale, costituzionale e islamico. Non sto facendo nulla di non islamico. L’islam ci insegna che se uccidiamo una persona innocente, abbiamo ucciso l’intera umanità, ma purtroppo un gran numero dei miei fratelli musulmani è deciso a diffamare la nostra religione pacifica e giusta».
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