Era la Carrà, unica, inimitabile, uno zaffiro di talento. Definirne con aggettivi la versatilità, la simpatia innata, la semplicità di essere grande, rischia di limitarne i contorni che erano straripanti. Era la Carrà da amare, con partecipazione ed immedesimazione per quell’improvvisare facile che sembrava poter appartenere a tutti.
Era una donna libera che piegava l’intuizione del suo talento innovando, scoprendo formule, rivoluzionando una televisione paludata e statica. Con la sua libertà istintivamente diventava protagonista, imponeva un nuovo ruolo per le show girl, da imitare, da esaltare.
Una donna libera anche nella vita, con affetti e amori saldissimi, da conservare, da coccolare fino alle ultime ore. Una carriera lunghissima, riconoscimenti da tutto il mondo, uno scricciolo di bravura che mangiava il palcoscenico.
Aveva la mia età, non so quali siano state le sue fragilità, i suoi dubbi, l’innegabile solitudine di una malattia lunga e irrisolta, voglio ricordare la sua risata e la sua energia.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano