Nessuno vuole una campagna elettorale sulla fattibilità e l’esistenza delle piste ciclabili o sul loro eccesso, ma l’argomento, come era prevedibile, è il primo argomento divisivo tra Sala e Bernardo. E che Granelli sia stato enfaticamente esagerato con piste o corsie inutili, a volte non autorizzate, disegnate senza buon senso nel nome di un’ecologia di maniera e ideologica, è stato rilevato da moltissimi. Con gli occhi bendati da una furia “produttiva” ha commentato “Le ciclabili sono una modalità sempre più diffusa per spostarsi, insieme a mezzi pubblici, sharing, monopattini ecc. Ce le chiedono i cittadini per muoversi in sicurezza e ridurre il traffico veicolare e lo dimostrano i quasi 300 km di reti ciclabili distribuiti per la città, che verranno consolidati nei prossimi mesi”.
Ma quale favola sta raccontando? Quali cittadini se sono nati per l’occasione comitati di Protesta? In un sondaggio promosso da Confcommercio l’81 per cento dei negozianti chiede di spostare la ciclabile di corso Buenos Aires: la più criticata e la più critica di tutte. Tanto da far dichiarare al 92 per cento dei commercianti della zona che la sua introduzione ha avuto un impatto negativo sulla mobilità. Perché quindi meravigliarsi se Salvini, in caso di vittoria, andrà a sbianchettare la ciclabile di corso Buenos Aires? E perché gridare allo scandalo se Feltri ha una posizione contro le piste ciclabili?
Per Bernardo, candidato del centrodestra, le piste ciclabili vanno «ridisegnate all’interno di un progetto e ascoltando i residenti: sicuramente ci sono ciclabili che hanno poco senso di esistere», dichiarazione a margine dell’incontro sui referendum sulla giustizia alla Fondazione Stelline. Posizione equilibrata ma che prevede un ripensamento e un nuovo progetto di vera utilità. Non la corsa forsennata di Granelli per raggiungere il record dei 35 chilometri.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano