In camicia bianca, quasi fosse una vecchia abitudine di rispetto dei contadini e degli operai di tanto tempo fa. E mi piace pensare che Bernardo l’abbia scelta per vedere la finale degli Europei in una casa popolare nella periferia di Milano. Una camicia bianca distintiva di chi lavora nei giorni di festa, che uniforma speranze e fatica. La distanza siderale tra il radical chic Sala e la propensione ad un sociale non di maniera sta anche in questo gesto, in questa scelta.
E dopo aver curato tanti pazienti “…così curerò Milano. Nessuno sarà lasciato da solo. Non è uno slogan, ma una promessa». E si propone nei confronti dei cittadini di «Ascoltarli. Dai residenti dei quartieri ai commercianti, dai genitori ai ragazzi, perché finora non sono stati resi partecipi. Io li ascolterò, come faccio con le mamme per guarire i figli: la centralità della persona è il fulcro dell’attività amministrativa.”
Una centralità dimenticata da Sala con gli occhi rivolti ai grandi investimenti, al mondo finanziario, a progetti che gratificano solo i già ricchi, maturati nelle riservate stanze dei salotti buoni, ma che non hanno avuto alcuna ricaduta per il quotidiano di chi lavora o spera di lavorare. La forza di Milano è la sua indomita operosità. La ricostruzione nel dopoguerra è stata permessa da migliaia di lavoratori e dalla solidarietà. E ora c’è da ripristinare una forma di uguaglianza sociale dove la ricchezza ha ricadute positive anche nelle fasce più deboli a cui deve essere permesso di vivere con dignità.
Fondamentalmente è la forma mentis, la sensibilità che si oppongono tra Sala e Bernardo. Come si può pensare che la grandeur del Sindaco che studia a tavolino come idea super innovativa l’imposizione di una città ciclabile anche nei cortili per essere un modello e fare una scappata in periferia per tagliare il nastro con un murales innovativo e la dedizione, l’attenzione di un cuore, sì di un cuore, che da vent’anni per professione ha incontrato le sofferenze emarginanti della difficoltà del vivere?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano