Finalmente si protesta anche per un “rifacimento” di una zona simbolo di Milano, che non rispetta l’identità storica dei luoghi, tradendo una milanesità dei siti che resiste e connota la città. Ora, a chi vuole ripercorrere la storia dei navigli, si presenta – denunciano i comitati dei Navigli – totalmente abbandonata e poco curata, invasa da una vegetazione spontanea che mette a rischio la stabilità delle sponde e ne altera le caratteristiche. Né si può tollerare che possa essere trasformata in altro da ciò che è e che rappresenta “Come cittadini di Milano e residenti del quartiere – si legge in una nota – riteniamo che queste ricchezze storiche della nostra città debbano essere preservate e curate, così come le sponde dei Navigli che in alcuni tratti soffrono per gli annosi trascorsi senza un’adeguata manutenzione e un’attenta gestione della vegetazione presente. “
E’ immediata una considerazione: quando Sala ha ascoltato la voce dei residenti? Quando si è chiesto come preservare la storia dei luoghi? E vorrebbe riaprire i Navigli forse per farne una fiera commerciale gigante … forse per dare un primo segno di cose fatte, considerato il nulla dei suoi cinque anni di governo.
Ieri Bernardo, candidato del Centrodestra ha osservato “Sia per la sicurezza, tanto in centro come in periferia, che per la gestione del fenomeno della movida la Polizia Locale deve stare in strada. Per quanto riguarda la movida serve in ogni caso l’ascolto, che è uno dei miei chiodi fissi: si devono ascoltare residenti e commercianti”. Ma l’ascolto non era tra le prerogative di Pisapia al momento della riqualificazione, né lo è oggi per Sala che preferisce abbandonare i Navigli nel degrado.
Amare le considerazioni di Radio Lombardia “Ci sono luoghi che hanno segni importanti che li distinguono dagli altri. Uno di questi, presente nel quartiere dei Navigli, è la Conca di Viarenna. Si trova in via Conca del Naviglio ed è ciò che rimane del naviglio di Vallone, manufatto essenziale che permetteva alle acque della fossa interna di arrivare in Darsena.
Ora è e sembra un piccolo specchio d’acqua la cui storia è raccontata da un’edicola, posta alla sua testa, che racchiude due lapidi una, del 1439, dove è inciso lo stemma della Veneranda Fabbrica del Duomo con la Madonna che protegge con il manto il Duomo di Milano, l’altra, del 1497 con inciso il decreto ducale con il quale Lodovico il Moro dona la Conca alla Fabbrica del Duomo”.