Dio, quanto ci manca! Quel Dio al quale avrebbe voluto credere perché credendoci, diceva, si vive meglio; quel Dio che per il suo caro amico Prezzolini era un rischio e un rischio si decide di correrlo oppure no; ecco, quel Dio sa, se c’è, quanto ci manca Indro Montanelli a vent’anni dalla morte.
Ci mancano la sua intelligenza, il suo fiuto, la sua sferzata, ma soprattutto quelle due colonne mattutine che erano più di una preghiera laica, erano un inno al giornalismo, l’occasione per buttare all’aria il libro di scuola, una ventata d’aria fresca sotto il cielo sempre plumbeo della politica italiana.
Quanti lutti siamo chiamati a elaborare nella vita, eppure quel lutto non si elabora. Apri il giornale e speri di trovarlo di qua o di là, ma non lo trovi. In una diatriba ti aspetti di leggere il suo punto di vista, cosa avrebbe detto, cosa direbbe, ma il suo scritto non c’è pur risuonando di qua o di là, perché qualcosa di misterioso lo fa riapparire di qua e di là, ce lo fa sentire presente e vicino, testimone scorbutico e irriverente, libero in ogni sua fibra, autentico in ogni suo dire, in ogni suo fare.
Piovono libri su di lui, ottimi libri che ne raccontano la protervia, lo stile, la lealtà, la dedizione al giornalismo, la sua vita, ma non piovono i suoi articoli, i suoi attacchi, le sue chiusure, il suo modo inconfondibile e mai superato di tenervi il lettore aggrappato fino all’ultima riga, lasciandogli, dopo l’ultima riga, il gusto finissimo di averlo letto, il retrogusto amaro di averlo finito. E si aspettava il giorno dopo per ripartire da lì, da quelle due colonne.
Quante cose belle ho trovato in “Un italiano contro. Il secolo lungo di Montanelli”, edito da Solferino, ma non ho trovato lui. Quante cose belle ho trovato in “Indro Montanelli. Dove eravamo rimasti?”, di Alberto e Giancarlo Mazzuca, edito da Baldini+Castoldi, ma non ho trovato lui. Ho trovato tanto su di lui, ma non lui.
Lui l’ho trovato, o ritrovato, in “Dante Alighieri ovvero Durante di Alighiero degli Alighieri”, il libretto che De Piante Editore ha voluto riproporre e tirare in 500 copie, impreziosendolo con la testimonianza del Cardinale Gianfranco Ravasi. Ho ritrovato Montanelli, Dante, Firenze, la classe inimitabile di un fuoriclasse.
Dio, quanto ci manca! Il 22 luglio ci mancherà da vent’anni. I libri che lo ricordano ce lo fanno mancare un po’ di meno. O un po’ di più.
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