Spieghiamo la Milano che per Sala “non c’è”. Bernardo “Ma il Sindaco uscente dove vive?”

Milano

“Stanno raccontando quello che la città non è, siamo tutto meno che una città ripiegata su se stessa”. Sala, insinuando che il Centrodestra stia “gufando”, dichiara che dall’Expo si sviluppa progettualità, che i suoi programmi sono innovativi ecc.

Risponde Bernardo “Ma il sindaco uscente vive qui? Basterebbe almeno leggere i mattinali dei commissariati di zona, veda quanti borseggi, aggressioni, minacce ci sono. I nodi si sciolgono e non funziona il metodo di voltarsi dall’altra parte e fingere di non vedere o nascondere la testa come gli struzzi. Trovo una caduta di stile dire che Luca Bernardo, pediatra che ha a cuore la vita, e il centrodestra “gufino”. Ma questo dimostra solo una cosa: al di là di tagliare i nastri delle opere pensate dal centrodestra, non ci sono risultati”

A Sala che che vede una Milano che c’è, ma che “non è vista dal candidato di Centrodestra”, vorrei opporre una parte della realtà emersa in questi ultimi giorni a conferma che proprio il Sindaco vigente non ha tutelato. Per menefreghismo, teso a compiacersi per City Life?

La prima è la situazione disastrosa delle strade, soprattutto in periferia e un’infinità di richieste di risarcimento dopo incidenti ripetuti per le strade sconnesse, cantieri abbandonati e situazioni di rischio. Precisa Libero “Oltre duemila cause per asfalto dissestato. Ma ora chi risarcisce? Una sentenza stabilisce che il Comune non debba pagare i danni per gli incidenti sul pavé (è il cittadino a dover vigilare). Scatta l’allarme per le tante pratiche aperte …«Questo non vuol dire, ovviamente, che il Comune non debba rispondere di incidenti causati da tratti di strada sconnessi» attacca Marco Donzelli, presidente del Codacons Lombardia. «La normativa in tema di responsabilità per danni causati da cose in custodia (come le strade, ndr), infatti, è chiarissima. Secondo l’articolo 2051 del codice civile prosegue Donzelli il Comune può liberarsi della propria responsabilità solamente laddove dimostri l’effettiva manutenzione del tratto interessato e che il sinistro si sia verificato per un “caso fortuito”, che non rientra quindi nella responsabilità dello stesso».

Sì, questo non toglie che, prima di dipingere l’asfalto a colori, la manutenzione è stata ignorata.

La seconda prova della disattenzione voluta di Sala è la impossibilità degli edicolanti di tenere aperta l’attività per tasse troppo onerose. Scrive il Corriere “A Milano, sono 244 le edicole interessate dal rinnovo. Si tratta dei chioschi veri e propri, non dei negozi che affiancano alla vendita dei giornali altre attività, come la tabaccheria o la cartoleria. Per ottenere il rinnovo della licenza, il Comune chiede che l’edicolante sia in regola con il pagamento della «cosap» (il canone di occupazione del suolo pubblico) e pone come condizione che siano saldati i debiti, se ve ne sono, per le annate dal 2013 al 2019. Ma chiede anche altre certificazioni, dalla «durc» agli adeguamenti per gli spazi occupati per vendere altri oggetti, fino all’indicazione del colore dei tendoni. A chi non è in regola il rinnovo è negato. Quindi, a ottobre, allo scadere della licenza in vigore, queste attività dovranno chiudere, a meno che non riescano a saldare i debiti….Il canone per il suolo pubblico a Milano si aggira fra i mille e i 6 mila euro l’anno. «Dei 244 chioschi, 26 hanno già rinunciato a chiedere il rinnovo. E ad altri 8 la licenza è stata negata. Altri 34 chioschi sono in attesa di sapere se potranno proseguire» spiega Alessandro Rosa, segretario milanese di Snag-Confcommercio, il sindacato degli edicolanti. «Non si contestano i debiti, ma chiediamo un po’ di tempo in più: parliamo di imprese famigliari, persone che senza licenza resteranno irrimediabilmente senza lavoro. E cittadini che resteranno senza servizi e senza presidio. Le edicole hanno avuto un grande ruolo nei mesi di lockdown, non solo nel garantire l’informazione preziosissima durante la pandemia, ma anche nell’offrire tutto il resto: dalla distribuzione delle mascherine al pagamento delle bollette, dalla stampa dei file per i ragazzi in Dad alla ricezione dei pacchi».

Anche questa è Milano a cui Sala non ha pensato con sconti ad hoc dopo la pandemia.

Il Centrodestra vede questa Milano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.