Sala polemizza con superiorità. Bernardo va a Rogoredo per ascoltare e verificare l’entità del dramma

Milano

Si può. E vorrei dire che il fare per capire meglio, la professionalità umana non griffata, la chiarezza delle intenzioni e, forse, quel tono familiare senza voler prevaricare, quell’ascoltare perché tutti possono dare indicazioni utili, possono essere l’arma vincente di Luca Bernardo.

C’è invece negli atteggiamenti e nelle parole di Sala un risentimento per chi osa, in qualsiasi modo, tentare di minare o diminuire la sua superiorità, che manifesta la sua presunzione. E se l’antagonista è Salvini, implicitamente le sue considerazioni diventano un ghigno di voluta ironia con implicito disprezzo “Alla Lega che si lamenta se si anticipa il voto di una settima dico: ‘Ma per favore, un po’ di decenza, dai’. Ha messo un anno a trovare il candidato sindaco e adesso fanno le storie per una settimana o due prima”. Così il sindaco Giuseppe Sala intervenuto in diretta a ‘Timeline’ su Sky, in merito al dibattito sulla data delle prossime elezioni amministrative. “A un certo punto ci han detto che si voterà tra metà settembre e metà ottobre e la domanda è: si intendeva primo turno o tutti e due? La questione non è irrilevante perché se se si votasse il 10 ottobre vuol dire andare con il ballottaggio al 25 ottobre.” – ha proseguito Sala. Ma per la sua proposta di anticipare il voto, perché più passa il tempo e maggiormente emergono i suoi fallimenti, non permetteva a nessuno di chiarire che la data delle elezioni è di competenza governativa.

Apparire, buttare fumo senza arrosto, comparire sui social, fare irose paternali contro i giovani della Movida, sono prerogative di Sala.

Esserci, senza telecamere al seguito per verificare l’entità del problema, parlare con gli operatori volontari, sconsolatamente presenti ad un dramma non risolto, è di Bernardo. E sto chiarendo che Mercoledì notte Bernardo era a Rogoredo, periferia di Milano «Ho visto cose inaccettabili», dice, «realtà che già conoscevo come medico. Non abbiamo voluto telecamere perché vogliamo ascoltare, raccogliere pareri. Le passerelle non sono nel nostro dna. Siamo pragmatici perché siamo milanesi. E Milano ha una sua forza, una sua laboriosità»

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