Tiziana Maiolo “La Procura di Milano in fiamme, da Davigo a Storari addio al rito Ambrosiano”

Milano

Via vai di toghe tra Roma, Milano, Brescia che indaga sul ‘dottor Sottile ‘

Il palazzo di giustizia di Milano è in fiamme, stretto nella morsa della procura di Brescia e del Csm. La notizia che anche Piercamillo Davigo sia indagato a Brescia era una sorta di segreto di Pulcinella, anche perché sarebbe stato uno scandaloso e irragionevole privilegio da parte del procuratore Francesco Prete non emettere l’informazione di garanzia nei confronti dell’antico collega milanese, dopo tutti i comportamenti anomali tenuti dall’ex pm di Mani Pulite. Ma non c’è solo Davigo, anche se lui è un po’ la ciliegina sulla torta delle indagini su Milano. E che torta! L’intera procura di Francesco Greco pare oggi sotto attacco, a Brescia ma anche a Roma dal Csm.

Grande andirivieni di toghe e di carte in questi giorni, con due treni che vanno in direzioni tra loro opposte. L’intero tribunale di Milano verso Roma a deporre alla prima commissione del Csm, e pezzi di istituzioni romane, tutti quelli che hanno avuto contatti con Davigo, che viaggiano verso Brescia, direzione procura della repubblica. Il Palazzo di Milano è ormai in fiamme. Non è più solo il rito ambrosiano che a partire dal 1992 si era arrogato il potere di cambiare la storia politica italiana, a essere messo in discussione. È proprio un modo di fare i processi, di usare trucchi e trucchetti pur di raggiungere l’obiettivo. Un obiettivo che può essere politico – la distruzione di partiti o di singoli esponenti di partito avversi – o essere diretto verso ambienti economici, come stava succedendo nei confronti di Eni, oppure semplicemente di raggiungimento di potere.

Strapotere, di quelli che fanno gonfiare il petto. Sarebbe interesse del Csm mettere seriamente le mani in questo verminaio, perché usare certi trucchi è addirittura illegale, ma così non sarà. Anzi, il rischio è che questo Consiglio Superiore, che non ha voluto seriamente rinnovarsi dopo l’esplosione del caso Palamara, si trasformi nel difensore d’ufficio della procura di Milano. Con l’espulsione di un paio di corpi estranei e amen. Anche perché la prima commissione, che ha già sentito i vertici del tribunale di Milano, e si accinge a terminare il giro entro questo mese, è quella competente sui trasferimenti per incompatibilità. Non può avere nel mirino Davigo, quindi, visto che non indossa più la toga, ma neanche Francesco Greco, che ha già un piede nella pensione. Restano Paolo Storari e Fabio De Pasquale. Ma sul meccanismo, che pure vede da un po’ di tempo i giovani pm, forse perché meno politicizzati dei loro padri e fratelli maggiori, ribellarsi nei confronti del maccartismo politico che va da Mani Pulite all’Eni, non sarà certo il Csm ad affondare il bisturi. Anche se si è notato un certo movimentismo nel giro del consigliere Nino Di Matteo, il che in questo caso potrebbe essere un segnale positivo.

Tiziana Maiolo (Il Riformista)

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