Per chi vive e deve vivere a Milano, le spese obbligate sono un salasso. Secondo la relazione de Il Giorno, “Analizzando i dati del bollettino statistico del Comune di Milano, emerge un rincaro sostenuto di alcuni generi alimentari come il pollame (+4.7% nel confronto 2020-2021) e i frutti di mare freschi o refrigerati (+10.1%). Il prezzo da pagare per la fornitura dell’acqua cresce dell’11.2%, così come energia elettrica (+16,4%) e benzina (+16.8%). Aumentano dell’1.7% anche i prezzi di “mobili, articoli e servizi per la casa”, e i servizi finanziari (+4,8%). Per salute e servizi sanitari si spende lo 0.8% in più, e anche andare al ristorante è generalmente più costoso (+1,9%). Un trend simile per gli alberghi, mentre resta quasi invariato il costo di “servizi ricreativi e culturali” e quello degli affitti (+0,2%). Vestirsi costa leggermente meno (-0,4%), mentre guardando i beni nel “paniere“ conviene comprare un ferro da stiro: costa l’11,1% in meno rispetto a giugno 2020. Ma i cali di prezzo più consistenti si concentrano nei comparti viaggi e vacanze, quelli più colpiti dal lockdown e zone rosse. Comprare un biglietto aereo a giugno costava il 14,1% in meno rispetto all’anno scorso. Così come i pacchetti vacanza (-4,9%), in particolare quelli per destinazioni internazionali (-16,1%), a causa dell’incertezza sulla situazione sanitaria e del nodo green pass.
“. Lo spettro è quello di ulteriori rincari a settembre, principalmente sui prodotti alimentari. Così a Milano, una delle città più ricche d’Italia ma anche quella con il livello più alto di disuguaglianza, i divari rischiano di diventare incolmabili, anche perché nel frattempo la crisi ha eroso stipendi e risparmi. Da una analisi della società di consulenza OdmConsulting emerge che il 2020, per effetto del ricorso massiccio alla cassa integrazione, ha visto un calo del 7.1% della retribuzione netta mensile media, pari a 110 euro al mese in meno sul conto corrente. Un brusco stop dopo cinque anni di retribuzioni in crescita. Intanto l’Istat rileva la corsa dell’inflazione, il cui tasso a luglio si attesta all’1,8% (dal +1,3% del mese precedente). È la crescita più elevata dal 1996, anno di partenza della serie storica. A determinare la forte accelerazione è sempre la crescita dei prezzi dei beni energetici. Federconsumatoro stima una spesa aggiuntiva di 144 euro all’anno per ogni automobilista. Gli aumenti in termini indiretti, sui beni di consumo trasportati in larga parte su gomma, saranno di 107,28 euro annui a famiglia. Il totale delle ricadute, in termini annui a famiglia, ammonta quindi a 251,28 euro. In generale, considerando tutte le voci di spesa, ogni famiglia dovrà spendere 536,40 euro in più all’anno per mantenere invariato il proprio tenore di vita. (fonte Il Giorno)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845