Omologazione per la produzione, regole omogenee, una targhetta di riconoscimento, obbligo del casco, formazione e obbligo d’assicurazione per quelli più potenti. Così, secondo l’agenzia di informazione ANSA, il presidente dell’Automobile club d’Italia (Aci) Angelo Sticchi Damiani in audizione in commissione Trasporti alla Camera, nell’ambito dell’esame della proposta di legge dedicata alla circolazione dei monopattini elettrici, espone alcune proposte per il testo del provvedimento.
La prima è quella di “dotare tutti i monopattini di un regime di omologazione” per chi “costruisce monopattini. La logica conseguenza è l’introduzione di una targhetta di identificazione da concordare con il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili”. Inoltre Sticchi propone “l’obbligo dell’uso del casco per tutti, e l’obbligo d’assicurazione sulla responsabilità civile verso terzi, assolutamente necessaria se il monopattino va oltre 25 km all’ora, cioè quelli con una potenza nominale superiore a 350 watt. Ma sarebbe eccezionale se ci fosse per tutti”. C’è poi il “tema importante della formazione, anche perché il rischio maggiore è che il conduttore faccia male ai pedoni. Noi dobbiamo garantirli. Il corso si può fare nelle scuole secondarie, nelle università e nelle scuole guida (dove servirebbe un modulo dedicato) con il rilascio di una specie di patentino”. Infine “il divieto di sosta sui marciapiedi; servono zone di rilascio che non siano ingombranti per i pedoni”.
Proposte che il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici apprezza e sostiene. E che andrebbero estese anche alle bici elettriche; la misura andrebbe anche accompagnata dall’introduzione di una targhetta di identificazione per le normali biciclette (la sua semplice presenza avrebbe un “effetto deterrente” notevolissimo) anch’esse in grado di superare abbondantemente i 25 km. di velocità.
A tal proposito Colombo Clerici ricorda che l’Associazione dei proprietari immobiliari, da sempre attenta al vivere civile, diversi anni or sono aveva lanciato una campagna contro il cattivo uso delle biciclette: pur sottolineando l’utilità di questo mezzo ecologico e salutare per spostarsi in città, aveva stigmatizzato il comportamento di una minoranza di ciclisti incivili che sfrecciavano sui marciapiedi, contravvenivano alle più elementari regole della circolazione stradale (passaggio con il semaforo rosso, circolazione contromano, zigzagare a tutta velocità tra i pedoni sui marciapiedi e nelle zone pedonali e quant’altro), causando incidenti con conseguenze anche mortali; contando sull’impunità garantita dall’assenza di ogni tipo di identificazione (targa) che ogni veicolo circolante su suolo pubblico dovrebbe avere.
Apriti cielo! Gruppi di scalmanati organizzati, occupando vie e piazze e manifestando davanti al Comune, avevano bloccato sul nascere ogni possibilità di discussione. Il lassismo di certa politica e il timore di perdere consensi elettorali hanno fatto sì che il fenomeno si estendesse prima al settore delle bici elettriche, oggi a quello dei monopattini (più pericolosi a causa della ridotta dimensione delle rotelline). Cosa dovrà accadere prima che si scrivano alcune regole? Ricordando ai talebani del “liberi tutti” che il sacrosanto valore della libertà va difeso fino a quando non lede la libertà (che comprende anche la sicurezza) degli altri.
Benito Sicchiero
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