Mentre le aziende produttrici realizzano profitti dai propri vaccini «il mondo ricco si rifiuta di condividere le dosi con i Paesi più poveri in modo rapido ed equo. Questa è una violazione dei diritti umani», scrive il British Medical Journal (BMJ). Il 75 per cento della popolazione dell’Unione europea ha ricevuto almeno una dose, in Uganda è appena l’1 per cento. L’autorevole rivista scientifica inglese è lapidaria: «Le 50 nazioni più povere, che ospitano il 20 per cento della popolazione mondiale, hanno ricevuto solo il 2 per cento di tutte le dosi di vaccino. Il mondo ricco dovrebbe vergognarsi». «A settembre 2020 – sostiene il BMJ – circa 30 nazioni ricche, quelle in grado di pagare prezzi elevati per i vaccini, avevano sgomberato gli scaffali mondiali delle dosi attraverso ordini di acquisto anticipati, creando di fatto un apartheid dei vaccini».
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha chiesto alcune settimane fa ai Paesi sviluppati di interrompere le vaccinazioni di richiamo e inviare le dosi alle nazioni più povere, ma Pfizer – scrive il BMJ – «si aspetta che le nazioni ricche ignorino l’Oms e raccomandino i richiami, contribuendo ad aumentare le sue entrate previste a 33,5 miliardi di dollari». «Questo scandalo morale – concludono gli studiosi – equivale a un crimine contro l’umanità. L’iniquità globale dei vaccini sta rovesciando tutti i nostri successi nello sviluppo rapido dei vaccini e sta prolungando inutilmente la pandemia. L’ineguaglianza in corso è una conseguenza diretta dell’avidità commerciale e dell’interesse politico». «Sotto la copertura di servire l’umanità, e con un occhio cieco rivolto alle innumerevoli morti nelle nazioni svantaggiate, le corporazioni, aiutate dai loro alleati politici, stanno ancora una volta facendo quello che sanno fare meglio: uccidere».
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845