L’incubo peggiore è diventato realtà in Afghanistan. A poche ore dall’allerta attentati lanciato dagli 007 occidentali, due forti esplosioni hanno squassato l’aeroporto di Kabul uccidendo decine di civili, tra cui bambini, e almeno dodici militari americani.
E’ così che il caos delle ultime ore delle operazioni di evacuazione è precipitato nell’orrore, con un bilancio che in serata parlava di almeno 90 morti e 158 feriti, rimasti vittime di due attacchi kamikaze compiuti dall’Isis.
La prima esplosione è stata opera di un kamikaze che si è fatto saltare in aria fuori dal Baron Hotel, che in questi giorni è diventata la base di giornalisti e truppe del Regno Unito. Quindi un altro kamikaze, o un’autobomba secondo altre fonti, più vicino al gate, in prossimità di un canale fognario diventato la terrificante sala d’attesa di migliaia di disperati. Lì centinaia di famiglie aspettano un cenno dai militari. Da lì i soldati si affacciano per tirar su quelli che ce l’hanno fatta e saranno imbarcati sui voli verso una nuova vita. Lì gli attentatori hanno colpito. In serata, l’Isis ha rivendicato gli attacchi, pubblicando anche la foto di uno dei kamikaze, secondo quanto riferisce il Site. Il bilancio di almeno 60 civili afghani morti è stato diffuso in serata dal Wall Street Journal che citava fonti mediche. Tra i 12 militari americani che hanno perso la vita ci sarebbe anche un medico della Marina. Mentre a parlare di bambini tra le vittime sono stati i talebani. Da parte loro i medici dell’ospedale di Emergency a Kabul hanno riferito di dieci persone arrivate morte nella loro struttura e oltre 60 ricoverati.
Il racconto dei testimoni nella capitale afghana è agghiacciante. Cumuli di cadaveri, brandelli di corpi nel canale ricoperto di sangue. Un ex interprete dei marines Usa ha raccontato di aver visto morire tra le sue braccia una bambina di 5 anni. Le immagini e i video circolati sui social media mostrano feriti trasportati a bordo di carriole sgangherate con l’incessante ululato delle ambulanze in sottofondo.
“E’ stato come il giorno del giudizio universale, persone ferite ovunque. Ho visto persone correre con il sangue sui loro volti e sui loro corpi”, ha raccontato un altro testimone. Nessun italiano è stato coinvolto nell’attentato poiché le esplosioni sono avvenute in un’area distante da dove stanno operando i nostri militari con il personale dell’ambasciata rimasto sul campo. Poco prima che scoppiasse l’inferno, un C-130 italiano con a bordo anche alcuni giornalisti era decollato tra i proiettili: erano di una mitragliatrice afghana che sparava in aria per disperdere la folla che pressava verso il gate dell’aeroporto ma a bordo si sono vissuti attimi di terrore.
Fin da subito gli Usa e i britannici sono stati certi che l’attacco sia stato opera dell’Isis-K, lo Stato Islamico della provincia afghana del Khorasan, il gruppo affiliato all’Isis nemico di Al Qaida e dei talebani. Loro, i nuovi padroni dell’Afghanistan, hanno condannato l’attacco scaricando la responsabilità sugli Stati Uniti: “E’ avvenuto in una zona dove la sicurezza è nelle mani delle forze statunitensi”, ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid, assicurando che i talebani “stanno prestando molta attenzione alla sicurezza e alla protezione della loro gente” e che i nemici saranno fermati. Ma il rischio di altri attentati nei prossimi giorni è concreto e già in serata si è udita un’altra forte esplosione a Kabul. Non è chiaro come tutto questo condizionerà le operazioni di esfiltrazione ancora in corso.
Il premier britannico Boris Johnson, dopo una riunione del comitato d’emergenza Cobra, ha assicurato che l’evacuazione proseguirà come previsto. Anche il presidente francese Emmanuel Macron, pur riconoscendo che le prossime ore saranno “estremamente rischiose”, ha garantito che le evacuazioni continueranno fino al 31. Altri Paesi, come il Canada e la Germania, hanno già lasciato l’Afghanistan. Domani si concluderà anche il ponte aereo italiano con la partenza dell’ultimo C-130 da Kabul. (Ansa)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845